Ex tonnara Favignana: coinvolgere i privati per la gestione
Enna-Cronaca - 22/09/2009
PALERMO – “Il recupero e la valorizzazione dello stabilimento Florio di Favignana, assieme a quello della Villa romana del Casale di Piazza Armerina, rappresenta uno dei restauri più impegnativi e complessi mai affrontati prima dalla Regione Siciliana, sia dal punto di vista finanziario che professionale”.
Lo ha detto l’assessore regionale ai Beni Culturali, Nicola Leanza, presentando il restauro della Tonnara di Favignana che sarà inaugurata ufficialmente il prossimo 26 settembre.
“Un risultato – ha continuato Leanza – ottenuto sfruttando oltre 15 milioni di euro dei fondi europei del Por 2000-2006 per riadattare in chiave moderna una straordinaria testimonianza di archeologia industriale attraverso la quale sarà possibile riscoprire il primo esempio di gestione commerciale del ciclo produttivo del tonno. Raccontare la storia di questo luogo, la vita dello stabilimento, le pesche miracolose, ammirare i macchinari e riscoprire le diverse fasi di trasformazione esaltando le innovazioni tecnologiche dell’epoca significa comprendere come l’ingegno imprenditoriale dei Florio abbia organizzato di fatto un paese nel paese: è una testimonianza che abbiamo voluto tutelare perché patrimonio della cultura e dell’identità della Sicilia. La vera sfida, però, è appena cominciata”.
“La Tonnara – ha concluso l’assessore – grazie all’opera della Soprintendenza per i Beni Culturali di Trapani e di tutti quelli che hanno lavorato con impegno e attenzione, dovrà adesso essere restituita pienamente ai siciliani e ai visitatori. Per questo vogliamo coinvolgere anche i partner privati per una fruizione completa che coniughi i beni culturali con il sistema turistico e con lo sviluppo dell’economia del territorio”.
Il programma dell’inaugurazione del 26 settembre prevede la visita degli spazi museali e, a seguire, la “Notte Bianca delle Tonnare” con musica, spettacoli teatrali e di danza.
Gli allestimenti espositivi comprendono una sezione archeologica, una piccola sezione dedicata ai Florio, due installazioni multimediali olografiche di grande effetto e suggestione, una saletta per la proiezione di filmati storici, due sale dedicate all’esposizione delle immagini fotografiche dei grandi fotografi dell’Agenzia Magnum, una serie di pannelli didattici sulla pesca e sulla lavorazione del tonno, la realizzazione e l’installazione di grandi pannelli grafici e fotografici che illustrano i momenti e le attività più significative delle attività della tonnara.
All’interno del complesso, nella grande “Galleria delle Macchine”, è stata realizzata una sala convegni per 400 posti, climatizzata e completamente arredata e attrezzata, affiancata da un grande ambiente di accoglienza e reception, anch’esso arredato. Al primo piano dei magazzini generali è stata infine realizzato il primo nucleo di una foresteria di 12 stanze con servizi, delle quali 6 completamente arredate.
Il complesso dell’ex Stabilimento Florio a Favignana, nella sua configurazione definitiva e attuale, nasce alla fine dell’800 grazie all’iniziativa del sen. Ignazio Florio che realizza il più importante e, per i tempi, il più moderno stabilimento industriale per la lavorazione e la conservazione del tonno (ma non solo) di tutto il Mediterraneo.
In realtà la tonnara di Favignana, come attività di sola pesca del tonno secondo le antiche tradizioni, era già presente e assai produttiva nell’isola almeno fin dal XVII secolo, epoca a cui risale la formazione dell’insediamento di Favignana. Ma la costruzione del grande complesso di edifici fuori dal centro abitato, a partire dal primo nucleo denominato “Torino”, fino a comprendere la monumentale palazzina degli uffici – realizzata dall’architetto La Porta, allievo di Damiani Almeyda – è tutta opera dei Florio che a partire dal 1874 aggiunsero alle già numerose attività imprenditoriali della famiglia, anche l’industria della conservazione del tonno, dapprima sotto sale e quindi sott’olio nelle moderne scatole di latta con apertura a chiave, anch’esse prodotte all’interno dello Stabilimento.
Il complesso degli edifici è grandioso e monumentale: circa 32000 mq la superficie complessiva, di cui oltre tre quarti di superfici coperte; una serie di corti attorno alle quali si articolano e distrubuiscono spazi e ambienti diversi per dimensioni e destinazioni d’uso: uffici, magazzini, falegnameria, officine, spogliatoio per gli uomini e spogliatoio per le donne, magazzino militare, stiva, galleria delle macchine, trizzana e malfaraggio (per il ricovero delle barche), locali a servizio della lunga batteria di forni per la cottura del tonno e, svettanti su tutto, tre alte ciminiere.
Tutti gli edifici sono caratterizzati da un unico materiale costruttivo, il meraviglioso e delicato tufo di Favignana, usato con antica perizia per le murature, per i pilastri, per le volte e per le grandi arcate che in suggestiva successione connotano gli ambienti più grandi e caratteristici. Tutte in legno le coperture, secondo l’antico sistema costruttivo delle grandi travi in legno poggianti sulle arcate ogivali (tipico dell’area, ricorrente anche nelle cantine del marsalese) o con le più moderne capriate in legno e ferro.
Acquisito al patrimonio della Regione Siciliana negli anni ’90, l’ex Stabilimento Florio era già da tempo chiuso e, dopo la cessazione delle attività dell’industria (negli anni ’70), in stato di abbandono. Da ciò, un avanzato processo di degrado che, prima del restauro, si manifestava in tutte le strutture, aggredite dall’erosione eolica marina e dalle infiltrazioni di acqua piovana attraverso le coperture. All’aggressione del vento e dell’aerosol marino era dovuto il degrado della pietra, degli intonaci, degli elementi metallici e lignei. Le infiltrazioni d’acqua piovana, danneggiando inizialmente le strutture lignee portanti delle coperture fino a farle collassare, avevano iniziato a compromettere la staticità delle strutture verticali e, negli edifici a due elevazioni, degli orizzontamenti intermedi.
Il restauro, progettato dall’architetto Stefano Biondo, è stato realizzato grazie ai fondi del POR 2000-2006 emessi dalla Comunità Europea. I lavori, avviati dallo stesso Biondo, sono stati poi diretti e completati dall’architetto Paola Misuraca, con l’apporto professionale dei tecnici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Trapani. I lavori, appaltati all’Associazione Temporanea d’ imprese “Gastone Guerrini Costruzioni Generali s.p.a.” (impresa Capogruppo), sono stati direttamente eseguiti dalla Consortile “Florio”, successivamente costituita e amministrata dall’imprenditore locale Funaro. Iniziati alla fine del 2003, i lavori sono stati completati nel giugno di quest’anno, per un importo complessivo di 14.424.740 di euro.
I numeri, che forse non sono sufficienti a rappresentare tutte le difficoltà che si sono dovute affrontare e risolvere tempestivamente per rispettare i tempi, le modalità e le prescrizioni dettate dalla Comunità Europea, tuttavia contribuiscono a rendere l’idea della entità dei lavori svolti: superficie oggetto d’intervento mq 19.848, superfici di coperture ripristinate 9.000 mq; 27.500 mq di superfici parietali restaurate; circa 16.759 mq di pavimentazioni; 350 mc di legname impiegati per capriate ed orditure, 53.000 ml di cavi elettrici.
L’obiettivo progettuale, costantemente perseguito anche nelle tre perizie di variante che si sono rese necessarie, era quello della conservazione dei caratteri architettonici degli edifici, dei volumi, delle caratteristiche costruttive e dei materiali, degli elementi costruttivi e decorativi di rilievo. I lavori hanno consentito di recuperare più dei due terzi dell’intero complesso. E’ stata rivolta particolare attenzione alla reversibilità degli interventi e alle necessità di adeguamento dei vari edifici e spazi dello Stabilimento Florio alle nuove destinazioni d’uso (spazi museali, sala conferenze, servizi accessori, foresteria), sia dal punto di vista della rispondenza agli standard architettonici, che da quello della dotazione impiantistica e tecnologica dei fabbricati.