Consiglio del Parco dei Nebrodi: No a impianti eolici

TROINA. Il consiglio del Parco dei Nebrodi, di cui fanno parte anche i Comuni di Cerami e Troina dell’Ennese assieme ad altri Comuni del Messinese e del Catanese, ha preso all’unanimità, con 18 voti favorevoli su 18 presenti, una netta e ferma posizione sull’installazione di impianti eolici nel territorio dei Nebrodi. La legge non consente l’installazione di questi impianti eolici all’interno dei parchi naturali. Sotto quest’aspetto, il consiglio del Parco è tranquillo. A preoccupare il consiglio del Parco, invece, è la proliferazione di questi impianti nella aree vicine al territorio del Parco in assenza di una pianificazione. C’è la preoccupazione che l’installazione di questi impianti eolici, nelle immediate vicinanze dell’area protetta, possa provocare gravi danni. Per questa ragione, il consiglio del Parco chiede regole precise. Perplessità e preoccupazioni sulla costruzione di impianti eolici nel territorio di molti comuni del Parco, hanno espresso i sindaci di Floresta, Sebastiano Marzullo, e di Ucria, Franca Algeri. “Questo modo irrazionale di sfruttare l’energia del vento rischia di provocare disastri ambientali anziché benefici”, dichiara Marzullo. Dubbi e sospetti manifesta Algeri: “Il ricorso all’energia eolica sembra dettato più da interessi politici ed economici che non da esigenze di salvaguardia ambientale”. Il consiglio del Parco ha approvato la proposta del commissario straordinario dell’Ente, Antonino Ferro, di “chiedere una moratoria sulla costruzione di nuovi impianti eolici finché non si sia giunti all’elaborazione di una mappatura in cui si possano evidenziare le aree più idonee a sostenere l’impatto di eventuali future centrali eoliche”. E’ chiaro che, dietro tale proposta fatta propria dal consiglio del Parco, c’è il timore di assistere ad una abnorme proliferazione delle pale eoliche sulle creste dei monti Nebrodi, che riproduce l’ impatto che si vede negli altri territori siciliani dove sono stati installati, come quello prodotto dall’ impianto installato nel territorio di Regalbuto, ma visibile solo da Troina. Da qui la richiesta del consiglio del Parco di una regolamentazione che guardi agli interessi generali. Favorevole il commento di Legambiente: “La decisione del consiglio del Parco coglie perfettamente nel segno. Ben vengano le fonti alternative, ma al loro impiego deve corrispondere una dismissione delle fonti fossili e la loro localizzazione deve essere correttamente pianificata sottraendola ad interessi speculativi. Insomma, ci vogliono regole certe contro la deregulation”.
Silvano Privitera