Palermo – MCL apre i congressi all’insegna dell’Enciclica Caritas in Veritate

Palermo. Il Consiglio provinciale del Movimento Cristiano dei Lavoratori di Palermo, ascoltata la relazione del presidente Giovanni Mangano sulle tesi congressuali e dopo un’ampio dibattito al quale hanno preso parte Antonino Imburgia,Vincenzo Sparti, Serafino Scorsone, Pietro Musso, Pietro Gottuso e Ferdinando Russo, ha aperto i congressi dei circoli territoriali. Sulla base di quanto deliberato dal Comitato regionale MCL (2), Russo ha proposto di accompagnare le iniziative congressuali con la illustrazione dei contenuti dell’Enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI ,di cui ha evidenziato il capitolo II°: il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo ,la persona nella sua integrità. Nell’affrontare il tema della crisi economica in atto, Benedetto XVI afferma che questa ci pone improrogabilmente di fronte a scelte che riguardano sempre più il destino stesso dell’uomo,il quale peraltro non può prescindere dalla sua natura.

Ed è subito un primo richiamo, appassionato, alla compartecipazione responsabile. “Dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore”.

Afferma la lettera ’Enciclica: è auspicabile che crescano una attenzione e una partecipazione più sentite alla res pubblica da parte dei cittadini. Ecco, la crisi attuale deve diventare occasione di discernimento e di nuova progettualità. Ed è subito un affondo sull’attuale sviluppo olicentrico,sugli attori e sulle cause del sottosviluppo.

Un dato, cresce la ricchezza mondiale in termini assoluti, ma aumentano le disparità…continua lo scandalo di disuguaglianze clamorose, la corruzione e l’illegalità sono purtroppo presenti sia nel comportamento di soggetti economici e politici dei Paesi ricchi,vecchi e nuovi, sia negli stessi Paesi poveri.

L’Enciclica non rinuncia ad una puntuale denuncia delle responsabilità: l’eccessiva protezione delle conoscenze da parte dei paesi ricchi, specie nel campo sanitario, mentre modelli culturali e norme sociali rallentano nei Paesi poveri lo sviluppo.

Si richiede, pertanto, un rinnovato e calibrato ruolo dei pubblici poteri e nuove forme di partecipazione alla politica nazionale e internazionale, da realizzare attraverso l’azione delle Organizzazioni operanti nella società civile.

Nè poteva mancare nell’Enciclica l’esortazione, davanti alle difficoltà dei sistemi di protezione e di previdenza, a perseguire obiettivi di vera sicurezza sociale ed alla mancanza di protezione efficace da parte delle associazioni dei lavoratori, le cui organizzazioni costatano limiti nelle libertà sindacali e nelle loro capacità contrattuali, l’invito della dottrina sociale della Chiesa, cominciando dalla Rerum Novarum a dar vita ad associazioni di lavoratori per la difesa dei propri diritti.
Esso va modulato dalla urgenza di instaurare nuove sinergie a livello internazionale, oltre che locale. I fenomeni della crescente mobilità dei lavoratori creano conseguenti condizioni di instabilità ed di difficoltà a costruire propri percorsi, coerenti nell’esistenza ed il formarsi di situazioni di degrado umano ,oltre che di spreco sociale.

Tali situazioni, di precarietà, di estromissione dal lavoro per lungo tempo, oppure di dipendenza prolungata dalla assistenza pubblica o privata, minano la libertà e la creatività della persona e i suoi rapporti familiari e sociali con forti sofferenze sul piano psicologico e spirituale.

Da qui nuovi spazi all’azione sociale delle organizzazioni dei lavoratori ed al MCL, nella predisposizione dei Servizi formativi, di orientamento, di apprendistato, di cooperazione e di occupazione.

E l’Enciclica, oltre ai lavoratori ed alle loro associazioni, torna a parlare soprattutto ai governanti impegnati a dare un profilo rinnovato agli assetti economici e sociali del mondo, a ricordare loro, con l’autorevolezza della missione svolta, che il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l’uomo, la persona nella sua integrità: L’uomo infatti è l’autore,il centro e il fine di tutta la vita economica e sociale. (concilio Ec.Vaticano II) 61

Se l’uomo è il centro dell’interesse ,la sua cultura diviene essenziale, nel rapporto con gli altri dalle diverse culture, per un rapporto diverso che viene a stabilirsi per l’interazione tra le culture, per le prospettive di dialogo,nella consapevolezza delle proprie identità, per evitare quel relativismo dei gruppi culturali ,che