In agitazione i precari del Comune di Enna

Enna. Lavorano da circa sette anni, riempendo le stanze del Comune, come personale di supporto, ma in effetti pare che svolgano funzioni e ruoli propri e consolidati, sia per quanto concerne la parte amministrativa che per i servizi erogati direttamente ai cittadini. Adesso però attendono chiarezza e non “essere lasciati né in balìa del loro destino e nemmeno in un limbo senza fine”. Sono i lavoratori Asu ex Cronos, che venerdì scorso hanno organizzato una riunione, “invitando in tempo, -sostengono- le deputazioni nazionali, regionali, nonchè l’Amministrazione per discutere su eventuali soluzioni inerenti la loro posizione di “precari””. Ma di chiarezza in quell’incontro a quanto pare non ce ne stata perchè è andato a vuoto. Infatti, i lavoratori attraverso una nota manifestano tutto il loro rammarico e la delusione “per il disinteresse dei rappresentanti politici, di qualunque appartenenza” a proposito della loro posizione di precari”. “Ancora una volta –si legge nella nota-, Ahimè, siamo stati lasciati soli! Del resto noi chi siamo? Siamo solo un bacino da cui attingere voti e nient’altro! Ringraziamo enormemente tutti i politici, ci rivedremo alle prossime elezioni”. I lavoratori Asu da tempo chiedono alle istituzioni non solo di sostenerli ma soprattutto di trovare una soluzione che vada incontro alle loro legittime richieste. L’incontro di venerdì doveva essere l’occasione per fare il punto sul loro futuro occupazionale cercando la strada più opportuna per raggiungere la piena dignità lavorativa. In definitiva i lavoratori volevano chiedere ai rappresentanti politici ennesi che venissero ascoltati e che assumero un impegno su alcune richieste che sono: la possibilità di percepire una minima integrazione economica che permetta di sopravvivere in modo dignitoso; di programmare quale possa essere la migliore strada da percorrere per giungere al più presto al pieno riconoscimento dello status di lavoratori, nonché alla stabilizzazione contrattuale; ed in ultimo, laddove non fosse prospettabile un pieno assorbimento dell’Ente Comune quale strategia di mobilità verso altri Enti, può essere applicata per giungere ai diritti minimi che tutti i lavoratori dovrebbero avere”. Dunque, il mancato incontro di venerdì ha suscitato rabia e agitazione tra i lavoratori. “Temiamo per il nostro futuro – hanno sottolineato – e speriamo che questa situazione si risolva”.

Giacomo Lisacchi