Catenanuova. Sequestrati immobili e denaro a finta azienda allevamento di bufale
Enna-Cronaca - 28/10/2009
Nell’ambito di un’indagine per truffa ai danni dello Stato e reati ambientali avviata dalla Guardia di finanza di Enna, coordinata dalla procura di Catania sono stati sequestrati immobili e denaro per oltre 7 milioni di euro. Il raggiro consisteva a percepire erogazioni pubbliche nell’agroalimentare, secondo quanto accertato anche dalla polizia tributaria di Catania e dal Nucleo ecologico dei carabinieri, con il supporto dell’unità Aerea manovra della Guardia di Finanza catanese e della Compagnia dei carabinieri di Catania-Fontanarossa per un impiego di oltre 70 uomini. I militari delle Fiamme gialle hanno concentrato le indagini sull’azienda “Allevamento bufalo mediterraneo Sicilia S.S.”, amministrata da un imprenditore di Cerami con sede legale a Catenanuova e sede operativa a Catania. Tredici le perquisizioni nei confronti di indagati e studi professionali. La misura cautelare reale riguardante somme di denaro e beni mobili e immobili, è stata eseguita anche nei confronti di due funzionari dell’Ispettorato provinciale agricoltura di Catania, in quanto indagati in concorso in truffa perché, nella loro qualità di pubblici ufficiali, nella procedura dell’erogazione del finanziamento, agevolavano l’azienda in assenza dei prescritti requisiti dal bando per il finanziamento Por.
Complessivamente sono stati sequestrati 5 fabbricati, nelle province di Catania ed Enna; terreni agricoli per oltre 10.000 metri quadri; cinque auto di grossa cilindrata; oltre 170.000 euro di somme depositate sui conti correnti riconducibili agli indagati nonche’ l’area destinata originariamente all’allevamento con una estensione pari ad oltre 54.000 metri quadri per un controvalore complessivo di oltre 7.000.000 di euro. Le indagini preliminari hanno consentito di accertare che l’imprenditore, ricorrendo ad una condotta improntata ad artifici e raggiri del programma di concessione favorita dai funzionari intervenuti nell’istruttoria di finanziamento, avrebbe indebitamente percepito un contributo pubblico di 1.229.429,78 euro senza realizzare nessuna delle opere elencate nel progetto iniziale e senza acquistare alcun macchinario e animale. Le operazioni di polizia, inoltre, hanno consentito di accertare non solo l’inesistenza della società agro-alimentare oggetto del beneficio, ma la presenza della societa’ Ofelia Ambiente srl, operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti e proprietaria di un impianto di compostaggio. L’area e’ stata trovata in assoluto degrado con i capannoni – in origine destinati al ricovero del bestiame – adibiti a deposito di immondizia e con la presenza di amianto sparso per l’intera area a grave pregiudizio della salute pubblica.