Provincia Enna. Bocciatura delle variazioni di bilancio
Enna-Provincia - 03/12/2009
Enna. E’ finita come si pensava avvenisse, dopo le manovre della seduta del lunedì, il martedì sera, nella votazione generale delle variazioni di bilancio, il centro sinistra, escluso Lupo del Pci, ma con l’aggiunta dei quattro consiglieri ribelli (Malfitano, Faraci, Granata, Sutera) le variazioni di bilancio, presentate dall’amministrazione provinciale sono state bocciate. Dodici voti contrari ed undici favorevoli, così com’era previsto, tenuto conto che Lupo è rimasto tra il pubblico, al momento della votazione, e Franco Catania (MpA) non ha potuto partecipare per motivi di salute.Non c’è dubbio che questo risultato mette in crisi il centrodestra, il cui coordinamento provinciale ha fallito tutti i tentativi fatti per riportare nel giusto alveo i consiglieri dissidenti, magari offrendo a poche ore dall’inizio dei lavori in aula assessorati ed altri posti di sottogoverno, come se ci si trovasse al mercato, ed in qualche caso con “velate”minacce, respinte al mittente. Cimino (MpA) Spedale e Ferrara (PdL) hanno cercato con messaggi buonisti di convincere a votare le variazioni di bilancio e magari, subito dopo, riaprire le trattative per portare la giusta coesione nel centro destra, ma i loro appelli sono caduti nel vuoto. A questo punto o il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco, scende in campo e cerca di trovare delle soluzioni oppure la vita politico-amministrativa alla Provincia, sia in consiglio che in giunta provinciale sarà veramente difficile, perché i quattro consiglieri dissidenti hanno dimostrato coerenza, forza d’animo, decisionismo, non essendo stati allettati da offerte verbali e telefoniche di possibili incarichi di prestigio, interventi a poche ore dall’inizio dei lavori in aula di personaggi qualificati della politica regionale . E’ stato chiesto e ribadito più volte (Sutera, Granata, Malfitano) che è necessaria una verifica politica a tutti i costi, ma in questo campo il deputato regionale Edoardo Leanza ha fatto orecchie da mercante ed alla fine i risultati sono stati veramente disastrosi; ancora non si è capito che si tratta esclusivamente di un problema politico e lo ha detto chiaramente nel suo intervento Michele Sutera (AD) . Non era mai successo, nella storia della Provincia regionale, che venissero bocciate delle variazioni di bilancio, perché si è sempre trovata la soluzione, non è mai successo che un presidente del consiglio,in questo caso Massimo Greco, venisse censurato per avere abbandonato l’aula ed avere fatto mancare il numero legale. Questi sono segnali di una situazione politica confusionaria, dove manca un filo conduttore comune, dove non si è capito che se si vuole ricostruire il centrodestra, bisogna azzerare giunta e annullare tutti i posti di sottogoverno, dove, come ha tenuto a sottolineare Lorenzo Granata, è necessario che vi sia una progettualità che porti alla crescita socio-economica del territorio provinciale. I soldi che servivano per le variazioni di bilancio ora diventano avanzo di amministrazione e per la giunta provinciale sarà dura continuare l’attività.
Martedì sera, subito dopo la bocciatura delle variazioni di bilancio, c’è stata una riunione dei rappresentanti del centrodestra, con l’ovvia esclusione dei consiglieri ribelli, ma ancora una volta si è parlato di recuperi di consiglieri e non dei veri problemi politici che sono la causa della crisi.
Incapacità politica, arroganza, scarsa lettura del momento politico, verifica di una maggioranza che non c’è più. Sono questi i commenti da parte dei rappresentanti politici all’indomani della bocciatura delle variazioni di bilancio, che rappresentano una novità per la politica della provincia ennese. Ovviamente soddisfazione nelle file del Partito Democratico, perché soddisfatti di una manovra annunziata, che è riuscita in pieno, anche se con un pizzico di fortuna (assenza del consigliere Catania). Mario Alloro, capogruppo del Pd, che ha preparato il documento di censura nei confronti del presidente del consiglio Massimo Greco, sostiene che il presidente Monaco è al capolinea. “In una sola serata di consiglio – esordisce Mario Alloro – sia il presidente Monaco che il presidente del consiglio, Greco, sono andati in minoranza. A questo punto vi è la necessità di convocare un consiglio provinciale straordinario per verificare se il centrodestra ha ancora una maggioranza, da chi è supportata, e se non dovesse esserci forse la cosa migliore sarebbe quella delle dimissioni del presidente Monaco perché la Provincia regionale non può pagare lo scotto dell’immobilismo di questa amministrazione, che in diciotto mesi non ha prodotto nulla per la collettività della provincia”. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con toni diversi Gaetano Di Maggio, dirigente provinciale de “La Destra”, il quale sostiene che si è vissuti momenti dolorosi in quanto si è assistito al fallimento di una coalizione che aveva brillantemente vinto le elezioni provinciali a giugno dello scorso anno. “Siamo dispiaciuti – dichiara Gaetano Di Maggio – ma i vertici del PdL non hanno saputo leggere il momento politico attuale e c’è stata pure una certa arroganza nel tentativo di voler, a qualsiasi costo cercare all’ultimo momento alleanze che avrebbero dovuto essere sostenute sin dall’inizio. Da 12 mesi cerchiamo di aprire un dialogo con il PdL, ma non ci siamo riusciti . C’era stata una coalizione che aveva vinto le elezioni, che aveva unità d’intenti, ma poi, improvvisamente e senza giustificato motivo, è venuto a mancare il dialogo, non c’è stata partecipazione collettiva nel cercare di attuare quel progetto che aveva consentito il successo nelle elezioni amministrative. Ora ci vuole un bagno di umiltà, riconoscere i propri errori e ripartire con un progetto che sia condiviso da tutte le componenti, ma con pari dignità”. Lorenzo Granta dell’Udc evidenzia la mancanza di coordinamento, di progettualità. “Qualcuno ha ritenuto opportuno gestire la coalizione a modo suo – dichiara Lorenzo Granata – non tenendo conto delle realtà che c’erano all’interno. C’è anche da sottolineare che è venuta a mancare l’impegno verso un programma elettorale che si era dimostrato vincente, ma, che, all’indomani delle elezioni, è finito in un cassetto. In queste condizioni non si può più andare avanti. Sono necessari degli interventi concreti, ma prima bisogna azzerare tutto”.