Enna. Commenti avvocati su maxiprocesso di mafia
Enna-Cronaca - 24/12/2009
Enna. Il giorno dopo la sentenza del maxiprocesso di mafia che ha visto il collegio giudicante assegnare condanne per 74 anni e 4 mesi e 25 mila euro di multa a 9 dei diciotto imputati, mentre 9 sono stati assolti, gli avvocati difensori degli imputati, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza, esprimono il loro giudizio su come è andato il processo. Ovviamente soddisfatti quelli che hanno avuto il loro assistititi assolti. L’avvocato Gabriele Cantaro, che ha difeso Sebastiano Varelli, ex operaio forestale, assolto (il PM aveva chiesto una condanna a quattro anni e sei mesi di reclusione) per non avere commesso il fatto, esprime la sua soddisfazione per i risultati ottenuti. “Soddisfatto dell’assoluzione del mio assistito – ha dichiarato Gabriele Cantaro – che in questo processo non c’entrava affatto, coinvolto da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che lo volevano condannato, quando, invece, Varelli non è mai entrati in episodi estorsivi o in minacce. Tra l’altro non c’era alcun riscontro obiettivo. L’avvocato Giovanni Palermo, che difendeva Giancarlo Amaradio, condannato a sei anni di reclusione, e Mingrino Filippo, assolto, è sicuramente soddisfatto per l’assoluzione, contrariato per la condanna. “Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza – ha commentato Giovanni Palermo – per preparare il ricorso per il secondo grado di giudizio, mentre soddisfatto per l’assoluzione di Filippo Mingrino. Giampiero Cortese ritiene eccessiva la pena per Pasquale Mingrino, condannato ad 8 anni e mezzo. “Il mio assistito viene chiamato in causa per un episodio – ha dichiarato Giampiero Cortese – che non ha trovato riscontri obiettivi e tra l’altro la persona offesa non è stata mai sentita; tutto è scaturito dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Ovviamente siamo pronti a preparare il ricorso perché non credo che il mio assistititi sia coinvolto in questi episodi estortivi. Soddisfatti anche gli avvocati Michele Baldi che difendeva Alberto Castellana, ritenuto responsabile di traffico di armi, Gaetano Guliara che difendeva Filippo e Angelo Gangi.