Formazione Sicilia: Sindacati decidono azioni di protesta
Enna-Cronaca - 04/02/2010
Palermo – Blocco delle assunzioni e del turn over nella formazione professionale, revisione dei criteri di accreditamento degli enti , copertura finanziaria del piano 2009 per il pagamento degli stipendi arretrati: sono alcune delle richieste della piattaforma presentata dai Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola e Snals siciliani agli assessori regionali alla Formazione professionale e al Lavoro. I sindacati, che hanno proclamato lo stato di agitazione della categoria e che l’11 febbraio terranno gli esecutivi unitari (alle 10.30 presso il Cnos Fap in via E.Di Blasi 102) per decidere le iniziative di protesta da mettere in campo, sollecitano anche la rapida approvazione del piano formativo per il 2010 e l’apertura di una trattativa “per la gestione etica e responsabile delle azioni formative e orientative”.
“Il riordino del sistema regionale della formazione e dell’orientamento scolastico e professionale- dice il segretario generale della Flc Cgil siciliana, Giusto Scozzaro- e’ urgente per metterlo in sintonia con le richieste e le attese del mondo del lavoro”. L’intera filiera occupa oggi 9.150 persone per un totale di 1.479 enti accreditati. “Puntiamo a ridare qualita’ al sistema- aggiunge Giovanni Lo Cicero, responsabile per il settore alla Flc- garantendo i diritti dei lavoratori e riteniamo che questi due obiettivi non possano restare allo stato di enunciati del governo ma debbano realizzarsi con azioni concrete”.
La piattaforma dei sindacati parla di “applicazione di rigorosi controlli sulla spesa del personale”, di “rivisitazione dei profili professionali dei corsi di qualifica”, di “istituzione di un sistema permanente di aggiornamento del personale degli enti”, ma anche di “introduzione di meccanismi amministrativi che consentano di assicurare la puntuale retribuzione del personale, cosa che oggi non avviene”.
“La crescita eccessiva del numero degli enti, che hanno pure continuato ad assumere- dice ancora Lo Cicero- e’ servita solo a fare lievitare la spesa regionale, senza dare al sistema piu’ qualita’ e senza offrire ai lavoratori interessati le dovute garanzie. E’ necessario che la questione venga affrontata- conclude- riconducendo la formazione professionale a logiche di programmazione e di gestione corrette per ridarle la funzione sociale che dovrebbe avere”.