Emergenza abitativa: Cgil, piano regione non dà risposte
Enna-Cronaca - 17/02/2010
Palermo – “Il testo che l’Ars si appresta a discutere non da’ risposte all’emergenza abitativa in Sicilia e rischia di trasformarsi in una nuova occasione di saccheggio del territorio”: lo sostiene la Cgil regionale che ha oggi presentato in una conferenza stampa della segretaria generale, Mariella Maggio, del componente di segreteria Antonio Riolo, e del segretario regionale della Fillea Franco Tarantino, un’analisi della situazione e le sue proposte sull’argomento. “La definizione corrente di piano casa per il ddl del governo regionale- ha detto Maggio- e’ inappropriata e fuorviante. Rischiamo infatti – ha sottolineato- un provvedimento che potrebbe mettere in moto sanatorie, speculazioni e cambi di destinazione d’uso anche in barba agli strumenti urbanistici dei comuni, quando invece la Sicilia avrebbe bisogno di un piano generale di investimenti per nuovi alloggi popolari e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati””. La Cgil dice no ad ampliamenti che non rispettino i piani urbanistici dei comuni , ritiene inoltre che la bioedilizia debba essere, negli ampliamenti, condizione prioritaria e premiante. E disegna una proposta alternativa “basata su una diversa filosofia- ha rilevato Maggio- , che mira a dare risposte all’emergenza casa , all’esigenza di rimettere in moto l’economia e l’occupazione in edilizia e alla necessita’ di mettere in sicurezza immobili pubblici e privati”. Il sindacato stima in 60 mila il numero di nuovi alloggi popolari necessari a fronteggiare il problema abitativo delle categorie economicamente piu’ disagiate, di anziani, di giovani, di stranieri. A fronte di cio’, viene rilevato nel documento, “il governo Berlusconi ha assegnato alla Sicilia 2,2 milioni di euro che basteranno a costruire solo 19 alloggi popolari”. Mentre e’ ancora inattuata la proposta del 2008 dell’assessorato ai lavori pubblici per la costruzione di 20 mila alloggi per una spesa di
467 milioni. Questo mentre il settore e’ in calo complessivo, con una diminuzione del 66% nel 2009 delle gare bandite, il calo delle ore lavorate e la perdita di 30 mila posti di lavoro. “Da oggi- ha sottolineato Tarantino- i 60 mila alloggi che indichiamo saranno oggetto di vertenze nel territorio”. La Cgil chiede anche, lo sblocco dei cantieri delle opere “sottosoglia” (importi inferiori a 5 milioni), il recupero e la ristrutturazione dei centri storici, la riapertura dei termini alle imprese alle cooperative finanziate col piano decennale della casa, l’incremento delle risorse regionali per le zone franche urbane, la ricognizione del patrimonio edilizio nelle cinture periferiche delle aree metropolitane. E propone inoltre , come ha detto Riolo, “un uso sociale dei beni confiscati alla mafia , che- ha spiegato- potrebbero essere utilizzati come alloggio parcheggio per le situazioni di disagio sociale che segnaliamo e che attendono risposte”.
2010 dac