Arrestato a Barrafranca Alessandro Tambè, uccise vicino condannato a 24 anni

Questo pomeriggio gli uomini della squadra mobile di Enna – diretti dal vicequestore aggiunto, dott, Giovanni Cuciti – hanno tratto in arresto Alessandro Tambè, del 1981, residente a Barrafranca, poiché condannato alla pena di anni ventiquattro di reclusione per l’omicidio di Giuseppe Nicolosi.

Il 28 giugno 2006, nelle campagne di Piazza Armerina, precisamente nella contrada Creti, Giuseppe Nicolosi veniva barbaramente ucciso a colpi di fucile calibro 12, dopo essere stato attirato dai suoi assassini sul luogo, mediante un incendio doloso alla campagna da lui in uso, provocato da questi ultimi.

Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Enna e dal commissariato di p.s. di Piazza Armerina consentirono di acquisire importanti elementi di responsabilità in ordine a tale efferato delitto a carico di due soggetti:

– Giuseppe Tambè, barrese del 1946;
– Alessandro Tambè, barrese del 1981.

Fu accertato, infatti, che i due, padre e figlio, nella mattinata del 28 giugno 2006, ebbero un aspro alterco con un familiare della vittima; alla base di tale acceso diverbio c’erano pregressi dissidi relativi a problemi di pascolo.

Pertanto, subito dopo il mortale agguato si procedette, nei confronti degli indagati, all’accertamento tecnico denominato “stub”, per verificare l’eventuale presenza di tracce riconducibili al recente utilizzo – da parte dei due congiunti – di armi da sparo.

Inoltre, si sequestrarono delle armi, legalmente detenute, nella disponibilità dei Tambè, fra le quali un fucile a canne parallele, compatibile con l’arma effettivamente utilizzata per il delitto.

Tale accertamento consentì di stabilire che i due avevano di recente utilizzato armi da sparo, nonostante gli stessi avessero negato tale evenienza, con ciò confermandosi la loro responsabilità in ordine all’omicidio in parola.

Per tali fatti, gli uffici investigativi sopra richiamati inoltravano alla Procura della Repubblica di Enna una dettagliata informativa con la quale venivano imputati ai Tambe’ i numerosi indizi di reità raccolti.
La corte d’assise di Caltanissetta, con sentenza dello scorso 18/02/2010, ha condannato alla pena dell’ergastolo il Tambè Giuseppe ed alla pena di anni 24 di reclusione Alessandro Tambè, poiché ritenuti colpevoli, in concorso tra loro:

1. Del delitto di omicidio in pregiudizio di Nicolosi Giuseppe, attinto al capo da colpi di arma da fuoco esplosi da un fucile da caccia calibro 12, alle ore 23.00 circa del 28 giungo 2006 in c.da creti, agro del comune di piazza armerina, con premeditazione e con l’aggravante di aver commesso il fatto per futili motivi, riconducibili a pregresse liti scaturite da motivi di vicinato e di pascolo (artt. 61 n. 1, 110, 575, 577 n. 3 e 4 c.p.);

2. Del reato di porto illegale in luogo pubblico di armi da fuoco, in particolare un fucile calibro 12, al fine di commettere il delitto di cui sopra (artt. 61 n. 2 e 110 c.p. e artt. 12 e 14 legge 497/74)

3. Del reato di incendio doloso del fondo agricolo sito in contrada Creti, agro del comune di Piazza Armerina – fatto commesso al fine di attirare sul luogo dell’agguato la vittima; (artt. 61 n. 2, 110 e 423 c.p.).

A seguito di detta sentenza di condanna, in data odierna, la Corte d’Assise – su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna – ha emesso nei confronti di Alessandro Tambè, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

In esecuzione della citata misura, gli uomini della squadra mobile e del commissariato di P.S.di Piazza Armerina, nel pomeriggio odierno, hanno proceduto alla cattura di Alessandro Tambè, che, dopo le incombenze di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Enna.