Formazione Sicilia. Sindacati: settore allo sbando

Per i sindacati, nel settore della formazione professionale “nessuna riorganizzazione è stata avviata dal governo regionale” nonostante le linee-guida sottoscritte nel settembre 2009 da esecutivo e forze sociali. I “risparmi” annunciati dall’assessore regionale cmpetente, Mario Centorrino, causeranno a settembre il blocco del settore mentre ci sono gia’ circa 4 mila lavoratori senza stipendio anche da 5 mesi. Sull’argomento Cgil, Cisl e Uil siciliane e Snals hanno tenuto oggi una conferenza stampa nel corso della quale hanno annunciato “forme di mobilitazione che non escludono lo sciopero regionale, secondo un calendario che sara’ definito nel breve termine”. “Chiediamo al presidente della Regione – ha detto Maurizio Bernava, segretario generale della Cisl Sicilia – di assumere personalmente la questione per andare al riordino e alla svolta che attendiamo. Non chiediamo – ha precisato – di allargare i cordoni della borsa ma di fondere certezza finanziaria, riqualificazione e orientamento al mercato”. “La riforma – ha sostenuto Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil siciliana – deve puntare a creare un sistema a supporto del mercato del lavoro. Noi abbiamo chiesto chiarezza riguardo all’accreditamento degli enti e alla riorganizzazione della spesa. Invece – ha sottolineato – abbiamo un sistema che disperde risorse e non tutela neanche i lavoratori”. Per Claudio Barone, segretario generale della Uil siciliana, “sulla formazione professionale ci sono troppe dichiarazioni e pochi fatti. Il governo ha il dovere di mettere il settore in sicurezza, di fare la riforma e di garantire le retribuzioni ai lavoratori. Basta con la demagogia – ha affermato Barone – passiamo adesso agli interventi concreti”. I numeri della formazione professionale sono oggi questi in Sicilia: 1.470 enti accreditati e quasi 10 mila addetti (erano 5.600 nel 1996). Cgil Cisl e Uil e Snals, con un documento unitario chiedono una riqualificazione del sistema che passi attraverso la “rilevazione dei fabbisogni” e la “drastica riduzione dei soggetti attuatori”. A quest’ultimo proposito, i sindacati sollecitano la modifica in senso retrittivo dei criteri per l’accreditamento e maggiori controlli sul possesso e sul mantenimento dei requisiti. Tutto cio’, finalizzato sia all’innalzamento della qualita’ del sistema che al contenimento della spesa pubblica, la cui lievitazione “e’ collegata – dice il documento – all’aumento degli operatori, alle politiche dissennate del personale di taluni enti ma anche a inutili duplicazioni di servizi e sprechi”. Su tutto cio’ i sindacati chiedono “l’immediato avvio del confronto”. Sono disposti anche a discutere di personale e propongono iniziative di aggiornamento per gli eventuali esuberi, di riallocazione produttiva anche in altri settori, di incentivazione all’esodo e di accompagnamento alla pensione. Purche’, dicono, “sia fatta un’operazione verita’ e si parli di vera riforma in un quadro di tutele dei lavoratori ai quali, in primo luogo, va garantito lo stipendio e l’applicazione del contratto di lavoro”. Oltre ai leader regionali, hanno preso parte alla conferenza stampa i responsabili del settore, Giovanni Lo Cicero (Flc Cgil), Franco Lo Greco (Cisl Scuola), Giuseppe Raimondi (Uil Scuola) e Giuseppe Milazzo, dello Snals.