Settimana Santa Aidone: cinquantenario rivolta Giunta di Pasqua

La Settimana Santa in Aidone è certamente il momento della vita religiosa e della tradizione più sentito da tutta la popolazione, ma in modo particolare dagli appartenenti alla Confraternite, le istituzioni laiche, presenti nel passato in tutta la Sicilia, che in Aidone ancora oggi vive e vitali e che vedono ancora l’associarsi convinto di molti giovani.
Il legame ai riti, alle funzioni e processioni, che iniziano la Domenica delle Palme e si concludono con la Giunta di Pasqua, è stato sempre così viscerale e insito negli aidonesi che cinquant’anni fa, nel 1960, il ridimensionamento della Giunta, ordinato dal Vescovo di allora Monsignor Catarella, provocò una vera e propria rivolta popolare con feriti, contusi e arrestati. La caratteristica della Giunta erano allora e sono ancora oggi i Santoni, giganti di cartapesta dagli abiti coloratissimi che rappresentano i dodici apostoli . Il Vescovo allora considerandoli alla stregua di feticci pagani ordinò che la Giunta si facesse senza di loro, ma questo scatenò l’ira dei cittadini che, impossessatisi delle statue della Madonna e del Cristo Risorto, decisero di farsi la festa da soli, senza l’ausilio dei preti che sfuggirono alla folla inferocita trovando riparo nelle chiese. La Giunta, dopo questi disordini per motivi di pubblica sicurezza, fu sospesa per oltre dieci anni, infatti fu ripresa nel 1971 e da allora mantenuta come un tesoro prezioso.
Aidone apre alla grande la Settimana Santa con la Domenica delle Palme: alle dieci si avvia la processione delle Palme che vede coinvolte tutte le sette confraternite ciascuna, tranne la Maestranza, accompagnata da due Santoni; essi pervengono tutti davanti alla chiesa di San Lorenzo (la Chiesa Madre) dove ha luogo una vera e propria Sacra Rappresentazione, uno dei rituali più antichi e singolari. I Santoni trovano chiusa la porta della Chiesa, che rappresenta la città di Gerusalemme che non vuole accogliere Gesù, quindi si alternano nel tentativo di aprire la porta, ci riesce infine Mattia che però prima di entrare aspetta che lo facciano tutti gli altri. Gli apostoli entrano facendo prima dei grandi inchini tra loro e alla porta, infine entra il Parroco nei paramenti festivi in rappresentanza di Gesù. Dopo la messa e prima del ritorno tutti i dodici santoni si mettono in posa per una foto di gruppo. I Santoni, che risalgono al Seicento, sono statue gigantesche costituite da una gabbia di legno, rivestita di abiti di diversi colori, dentro cui entra il santaro; le grandi teste di cartapesta richiamano nelle sembianti e nei simboli portati tra le mani le statue in marmo che ornano la facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma.
Le processioni dei Confrati che assolvono al precetto pasquale si snodano per tutta la settimana per le vie del paese, accompagnate dalla banda musicale che intona canti mesti e dai lamenti mantenuti ancora in vita da alcune confraternite. Raggiungono il loro apice tra le sera del giovedì e la mattina del venerdì con la visita ai Sepolcri.

Il momento in cui culmina il pathos e la partecipazione popolare è la suggestiva e commovente Scisa a Cruci, la Deposizione dalla Croce che si svolge nella Chiesa Madre, alle 20 circa del Venerdì santo. Il Crocifisso è stato inchiodato alla Croce che troneggia sull’altare maggiore; il sacerdote nel corso della lunga “veglia” invita i fedeli alla meditazione e al pentimento; quando la confraternita dell’Annunziata lamentando giunge portando la Bara, di cristallo e adorna di fiori, un brivido attraversa la folla che si accalca in ogni angolo della Chiesa e il rito ha inizio. Ai piedi della croce ci sono le Pie Donne, due confratelli, appoggiando delle scale alla Croce, schiodano le mani e i piedi e depongono il Cristo Morto nella Bara. A questo punto inizia la mesta processione che si protrarrà per gran parte della notte con una partecipazione popolare che non ha confronti. A partire dagli anni 70 si sono aggiunte delle giovani che interpretano le Pie Donne e due angeli e la statua dell’Addolorata portata daragazze. Queste aggiunte, che inizialmente crearono qualche turbamento, sono ormai presenze assodate che hanno permesso anche alle donne di partecipare attivamente a tutte le manifestazioni che fino a quel momento erano stato esclusivo appannaggio dei maschi.

Dopo la pausa del sabato si giunge finalmente al giorno di Pasqua e all’attesa Giunta; già di buon mattino i santari portano in giro per le strade, anche le più periferiche, i Santoni; intanto in Piazza Cordova fervono i preparativi; le statue di Cristo risorto e della Madonna Addolorata vengono posizionati ai due lati della piazza in posizione tale che non possano guardarsi; una rappresentanza di tutte le confraternite crea una doppio cordone tra cui sfilano in un andirivieni continuo i Santoni accompagnati da giovani con stendardi infiorati e frotte di ragazzini; il passo diventa molto veloce fino ad una vera e propria corsa ed è finalizzato alla ricerca di Gesù che non si trova più nella sua tomba; infine Giovanni va incontro a Pietro per comunicargli che Cristo è risorto e insieme vanno ad annuncarlo alla Madonna. Alle dodici in punto le due statue vengono avvicinate e avviene l’incontro – la giunta – fra un tripudio dei Santoni che saltano di gioia, le statue che vengono fatte anch’esse saltare e la banda che finalmente intona una musica allegra tra il suono festoso delle campane e il frastuono dei mortaretti. Quindi si ricompone il corteo e i due simulacri letteralmente scortatati dai Dodici intraprendono la processione del ritorno, la Madonna accompagna il Figlio nella Chiesa Madre e solo allora sarà riaccompagnata nella chiesa di Santa Maria La Cava dalla qualle era uscita.
Franca Ciantia