Pollo sultano sul molo Razza a Pergusa

Enna. Avvistato e fotografato dalla dr.ssa Rosa Termine, biologo dell’Università Kore di Enna, il Pollo sultano (Porphyrio porphyrio) sull’antico Molo Razza, risalente al 1936, del lago di Pergusa. Ignaro di essere osservato, si dedicava alla pulizia del piumaggio.

Questo uccello è un rallide, più grande della folaga, che presenta lunghe zampe rosse e un becco triangolare robusto con placca, anch’essi rosso brillante, che gli conferisce un profilo singolare. Presenta un piumaggio blu scuro sfumato di turchese sul petto con il sottocoda bianco che contrasta con il ventre nero. E’ lungo da 40 a 47 cm e il maschio pesa da 700 grammi a 1 kg. Il Pollo sultano frequenta paludi e laghi con vasti canneti. L’alimentazione è soprattutto di tipo vegetale con prede animali che variano da insetti a piccoli pesci e talvolta alle uova e nidiacei di altri uccelli. Per la nidificazione costruisce un nido voluminoso e compatto in cui depone da 2 a 6 uova che vengono incubate per 25 giorni. Il periodo riproduttivo prevalentemente va da marzo a luglio.

Questo rallide, protetto dalla Legge 157/92, dalla Direttiva “Uccelli” 409/79/CEE (Concernente la conservazione degli uccelli selvatici) e dalla Convenzione Internazionale di Berna del 1979 (Conservazione della vita selvatica dell’ambiente naturale in Europa), ormai si è ben insediato a Pergusa tanto che a fine estate del 2009 si censivano 5 coppie territoriali. Si rammenda che il primo avvistamento risale all’11 aprile del 2006 e da allora le osservazioni  sono state continue.

Il Pollo sultano, rappresentato in uno dei mosaici di Piazza Armerina, in Sicilia si estinse negli anni ’50 a causa delle bonifiche di molte zone umide  e della caccia sfrenata; il suo areale, ridottosi per i citati motivi, comprende le coste del Mediterraneo occidentale: Tunisia, Algeria, Marocco settentrionale, Spagna meridionale e Sardegna occidentale.

Data la sua indole sedentaria, era difficile che da queste zone potesse arrivare di nuovo a colonizzare la Sicilia; così nel 2000 l’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Sicilia ha finanziato il progetto di reintroduzione del Pollo sultano. Il progetto, curato dall’ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), oggi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), e dalla Lega per la Protezione degli Uccelli (LIPU), fu avviato con l’introduzione in tre riserve naturali costiere della Sicilia sud-orientale di 120 Polli sultani (contrassegnati da un anello giallo alla zampa così da poterli riconoscere a distanza) provenienti dalla Spagna. I risultati ad oggi conseguiti sono soddisfacenti; la maggior parte delle coppie nidificanti (circa il 90%) si trova in provincia di Catania, all’interno delle zone umide della Riserva Naturale Oasi del Simeto, nell’invaso di Ponte Barca e in altre zone umide minori. Riproduzioni sono state rilevate anche in corrispondenza degli altri siti di rilascio e lungo la costa sud-orientale della Sicilia. Nel 2009, altre osservazioni sono state effettuate lungo la costa centro-meridionale e occidentale della Sicilia, come ad esempio a Mazara del Vallo (TP); segno che la specie si sta progressivamente espandendo in altre aree dell’Isola, seguendo la fascia costiera e i principali corsi d’acqua. La presenza della specie a Pergusa è di notevole interesse per gli studiosi poiché essa normalmente popola le fasce altimetriche comprese tra 0 e 370 metri s.l.m., mentre Pergusa è a circa 700 metri; ciò rappresenta un nuovo primato altimetrico europeo ed un’importante acquisizione per le conoscenze della biologia di questa specie; questo dato per esempio evidenzia le capacità di adattamento ad occupare ambienti umidi interni a quote elevate.

 La Provincia Regionale di Enna, Ente Gestore della Riserva, sta preparando un nuovo programma di collaborazione con il prof. Bruno Massa, direttore della stazione di inanellamento di Palermo, al fine di continuare gli studi ornitologici tanto preziosi per una Riserva come Pergusa istituita soprattutto proprio per la tutela degli uccelli.