Querelle su Parco Minerario Floristella Grottacalda tra Ente Parco e Legambiente
Enna-Provincia - 12/04/2010
“Con riguardo al dossier di Legambiente Sicilia sulle zolfare siciliane, pubblicato, io sottoscritto, indicato tra coloro che hanno contribuito alla redazione del medesimo documento, preciso di non aver mai autorizzato la citazione del mio nome e di non gradire l’accostamento dello stesso all’iniziativa “25 cose da fare subito per l’archeologia industriale delle zolfare siciliane”. Naturalmente, la presa di distanza non riguarda la sostanza dall’iniziativa in sé, a cui ho profuso condivisione ed energie e sicuramente ne profonderò in futuro, riguarda invece il disegno di legge che subdolamente accompagna il dossier di Legambiente Sicilia, che, ove non stroncato sul nascere, produrrebbe incertezze ed in ultimo gravi danni alla stessa “cosa” che si vuole proteggere. Ciò perché l’impianto dell’articolato normativo, così come redatto dai pochi intimi in assenza d’interlocuzione, esemplifica malamente due momenti distinti dell’azione che si vorrebbe condurre: in primis, l’istituzione del nuovo Parco geominerario delle zolfare siciliane (Art. 1, comma 1); in secundis la soppressione dell’Ente Parco Minerario Floristella Grottacalda (Art. 1, comma 3, e Art. 12, comma 1). Il pericolo sta nel fatto che, mentre la soppressione dell’Ente Parco di Floristella avrebbe effetti immediatamente conseguenti all’approvazione della legge, l’effettiva funzionalità del nuovo Ente sarebbe legata ad una serie di provvedimenti da adottarsi successivamente con decreti dell’assessore regionale ai beni culturali (perimetrazione definitiva del parco, nomina del presidente, del direttore, degli esperti, regolamento di organizzazione e gestione, trapasso del personale, ecc.). Ora, poiché la storia dell’ordinamento regionale siciliano è piena di cose monche e/o parzialmente realizzate, ed in considerazione del difficile momento istituzionale caratterizzato da instabilità politica, appare quantomeno imprudente promuovere un’azione legislativa nei termini in cui è stata proposta con il disegno di legge di Legambiente. Un salto nel buio di dubbio sapore, con la spoliazione di un qualcosa -l’Ente Parco Floristella, appunto- che comincia a funzionare e che potrebbe avere interessanti sviluppi per il comprensorio territoriale ennese. Vigilino la deputazione locale, i sindaci, le amministrazioni e la politica e le popolazioni in genere”.
Questa la precisazione da Salvatore Di Vita, funzionario direttivo presso il Parco Minerario Floristella Grottacalda
E da Gianfranco Zanna, responsabile per i Beni culturali di Legambiente Sicilia riceviamo la seguente:
“La lettera dell’Ing. Di Vita merita qualche precisazione:
1) anche se sono state presentate insieme, le nostre due proposte, disegno di legge per l’istituzione del Parco geominerario delle zolfare e dossier “Salviamo l’arte mineraria”, hanno ovviamente due percorsi assolutamente distinti.
Il primo, dopo ampio e articolato confronto pubblico, se l’Assessore dei Beni culturali e dell’identità siciliana o qualche parlamentare regionale lo considererà degno e ne condividerà il merito, sarà presentato all’Assemblea Regionale Siciliana e seguirà l’iter legislativo previsto. Altrimenti sarà “stroncato sul nascere” per la buona pace di tutti;
il secondo, i cui contenuti e obiettivi riteniamo prioritari e irrinunciabili, può avere delle soluzioni amministrative e operative, che solleciteremo con altre azioni e iniziative nel territorio e che, riteniamo, debba avere dall’Assessorato regionale dei Beni culturali delle risposte concrete a breve scadenza, cominciando dai nuovi decreti di vincolo per alcuni siti solfiferi non tutelati Questo perché occorre agire subito se si vuole salvare ciò che resta della civiltà dello zolfo.
2) non so se il disegno di legge è stato scritto malamente e da pochi intimi, so per certo che chi lo ha fatto ha una discreta esperienza di attività parlamentare – altri maturano le loro esperienze in altri settori sui quali non mi permetto di sindacare -, ha scritto qualche altra proposta legislativa e si è perfino misurato in sede parlamentare con la discussione e l’approvazione di importanti testi legislativi.
Orbene, comprendo le preoccupazioni dell’Ing. Di Vita sulle possibili conseguenze dell’approvazione, così com’è scritto, dell’articolato, ma vorrei tranquillizzarlo in proposito – dopo avere perfino fatto una verifica con persone molto più competenti di me, e forse anche di lui -: il passaggio del personale al nuovo Ente Parco avverrebbe in modo automatico e il presunto vuoto di gestione, e quindi di responsabilità, controllo e tutela dell’area Floristella-Grottacalda non ci sarebbe per la scontata e ovvia proroga, fino all’insediamento degli organismi del nuovo Parco, delle funzioni dell’attuale Ente Parco Floristella-Grottacalda.
Ma siccome voglio cogliere l’aspetto positivo del suo rilievo, che cancella, per fortuna sua, le sue prime scomposte e inconsistenti reazioni alla lettura del disegno di legge, e per essere ancora più precisi, provvederemo ad aggiungere al testo ulteriori commi che chiariscano e salvaguardino il percorso di realizzazione del nuovo Parco e la tutela del patrimonio di conoscenze e professionalità maturate dall’Ente Parco Floristella-Grottacalda. E’ questo, mi permetto di dire, l’approccio corretto per affrontare le questioni, a dimostrazione del fatto che la nostra era e resta una proposta da discutere, integrare e modificare. L’importante è essere d’accordo con l’obiettivo finale e cioè salvare le zolfare e cercare di rendere fruibile la loro storia e il loro patrimonio culturale e architettonico.
3) alla luce di tutto ciò, se l’Ing. Di Vita vorrà ritirare la sua firma dall’elenco di coloro che hanno collaborato alla stesura del dossier “Salviamo l’arte mineraria” – procedura che ho sempre seguito in tutti questi anni nei quali mi sono occupato delle innumerevoli iniziative e progetti di Salvalarte Sicilia – non ha che da dirmelo, che, con dispiacere e amarezza, lo farò immediatamente”.
Dossier Legambiente:
Miniera Floristella
Il permesso di apertura della miniera di Floristella fu concesso l’11 aprile 1825, anche se l’estrazione dello zolfo avveniva anche prima in seguito alla scoperta, nel 1791, del metodo di fabbricazione della soda ottenuta trattando con acido solforico il comune sale.
La miniera conserva il paesaggio tipico: gallerie e pozzi semiverticali sono presenti e visibili; da questi lo zolfo staccato a colpi di piccone era trasportato fino ai calcaroni posti in prossimità delle uscite di pozzi e gallerie.
Una delle strutture più antiche è il pozzo vecchio o di San Giuseppe, che oggi versa nello stato di totale abbandono ed è al momento escluso da ogni ipotesi di recupero e/o intervento conservativo, 7. intervento che è invece prioritario, anche per la sua valenza storica.
Sempre a Floristella è necessario programmare 8. il completamento del restauro di Palazzo Pennisi, già protagonista di un primo intervento di consolidamento e recupero, per farne anche la degna e prestigiosa sede del Parco geominerario delle zolfare.
Edificato tra il 1870 ed il 1885, inizialmente solo fino al piano fuori terra e destinato a residenza estiva della famiglia Pennisi proprietaria della miniera, successivamente fu sopraelevato di altri due piani per soddisfare l’esigenza di alloggi per il direttore e gli impiegati e di locali per uffici. Esso sorge sul fianco della valle del rio Floristella, in cima ad un rilievo che domina l’intera area mineraria, ed è stato pensato quale fortezza inespugnabile dai minatori in caso di scioperi e rivolte; talché, le numerose aperture sono dotate di feritoie e all’interno – oltre agli alloggi, agli uffici, ai vani di servizio, alla cappella a pianta ottagonale, alla carbonaia, ai granai, alle cantine – presenta delle uscite segrete di sicurezza che attraverso le cantine e due piccole gallerie permettevano la fuoriuscita dal Palazzo nel costone sottostante.
Miniera Grottacalda
I lavori nella miniera Grottacalda furono iniziati nei primi del secolo XIX al confine di Floristella ed a poca profondità: si estesero poi gradatamente allontanandosi sempre più dagli affioramenti. A seguito dell’estendersi delle lavorazioni la miniera venne fornita di macchinari e furono costruiti i pozzi che funzionarono per alcuni anni con maneggi a cavalli. Con l’approfondimento dei lavori sorse la necessità degli impianti meccanici a vapore per l’eduzione dell’acqua e per l’estrazione del minerale.
A Grottacalda la Montecatini, sin dalle prime acquisizioni societarie ma sopratutto negli anni Trenta del secolo scorso, portò tecnici e impiegati continentali che soggiornavano in loco. Con loro, fu elevata l’efficienza imprenditoriale ed organizzativa, migliorando la vita della miniera. Migliorarono anche le condizioni sociali e di vita nel sito abitativo. Infatti, c’era la scuola elementare, i campi di calcio, tennis e bocce, locali docce per gli operai, lo spaccio per le famiglie che abitavano in miniera, la tabaccheria, la mensa per gli operai, la mensa per i tecnici e gli impiegati, il barbiere che veniva periodicamente da Valguarnera, il cinema aziendale con sala riservata agli operai e tribuna dove prendevano posto gli impiegati e le loro famiglie. C’era il pronto soccorso, una centrale elettrica, una piazza, con al centro una fontana. Sopra una collinetta, a poca distanza dal cantiere, c’era la direzione, l’ufficio postelegrafonico, la caserma dei carabinieri ed una chiesetta dedicata a Santa Barbara nella quale ogni domenica si celebrava la Santa Messa a cura di un sacerdote di Valguarnera a cui l’Amministrazione corrispondeva un’indennità per l’incomodo.
Di questo immenso patrimonio economico e sociale, si segnalano, tra le tante, tre emergenze:
– la ciminiera della centrale elettrica: si tratta di una rara testimonianza di una fase storica della cultura della zolfara quando ancora nelle miniere non arrivavano gli elettrodotti a media tensione e veniva quindi capillarmente impiegata energia autoprodotta con macchine a vapore. Allo stato attuale i locali della centrale elettrica versano in stato di abbandono, mentre la ciminiera è in discreto stato di conservazione, a parte il parziale crollo della sommità causato da un paio di fulmini che l’hanno colpita. Con quella di Ciavolotta resta l’unico esempio di ciminiera ancora in piedi e per la bontà del magistero di messa in opera con mattoni pieni è considerata la più pregevole.
Bisogna progettare 13. l’intervento di consolidamento e restauro;
– la chiesetta di Santa Barbara, che negli anni Novanta ha beneficiato d’interventi manutentivi, versa in condizioni migliori della centrale. Ma allo stato attuale si registrano infiltrazioni d’acqua meteorica, e, ove questa condizione dovesse perdurare, sarà senz’altro di pregiudizio per la staticità del tetto e dell’intera struttura, urge, dunque, 14. un intervento di manutenzione straordinaria.
La chiesetta ospita una pregevole statua di Santa Barbara realizzata nel 1936 dall’artista artigiano di San Cataldo Giuseppe Emma, detto “u zannu”, formatosi alla scuola del Biangardi a Caltanissetta;
– il castelletto in mattoni rossi ha una sua peculiarità nel panorama dei reperti della storia della zolfara. Si trova, come tutto il territorio comprendente la centrale elettrica e la chiesetta, però in area in possesso di privati e, perora, fa parte di un’area recintata e trasformata in ricovero per animali. Molto significativo 15. il suo recupero.
Infine è urgente l’apposizione di 16. un vincolo di tutela per l’intera area di Grottacalda, finora inspiegabilmente non emanato, comprendente tutti i reperti di archeologia industriale presenti.
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Da Salvatore Di Vita ancora sulla questione dell’ipotizzato nuovo Parco geominerario delle zolfare per ribadire un passaggio della mia nota precedente:
“Naturalmente, la presa di distanza non riguarda la sostanza dall’iniziativa in sé (le cose da fare subito per la tutela delle zolfare siciliane, nda), a cui ho profuso condivisione ed energie e sicuramente ne profonderò in futuro, riguarda invece il disegno di legge che subdolamente accompagna il dossier di Legambiente Sicilia…”. E per prendere, inoltre, atto di quanto affermato dal dr. Zanna sulla necessità di “aggiungere al testo ulteriori commi che chiariscano e salvaguardino il percorso di realizzazione del nuovo Parco e la tutela del patrimonio di conoscenze e professionalità maturate dall’Ente Parco Floristella-Grottacalda”. Conclude Di Vita: “Auspico che la formulazione degli ulteriori commi da aggiungere al disegno di legge sia fatta questa volta con il preventivo coinvolgimento delle popolazioni interessate”.