CISL: Palermo, sciopero oltranza 34 addetti Aci Service

PALERMO – Hanno incrociato le braccia stamani, a Palermo, i 34 lavoratori di Aci Service, srl il cui unico socio è Automobile Club. Hanno proclamato uno sciopero “a oltranza” a sostegno della richiesta di cassa integrazione in deroga “per almeno 11 lavoratori della sede palermitana, con prevalenti mansioni di front-office“. La protesta è scattata dopo i quattro licenziamenti di addetti ai parcheggi, decisi “senza alcun criterio”, con le parole della Fisascat Cisl Sicilia. Per di più, per altri sei lavoratori si profila la Cig in deroga, denuncia il sindacato. Lo sciopero è stato deciso dopo il secondo incontro presso l’ufficio provinciale del Lavoro, durante il quale, dichiara la Cisl, “l’azienda, ancora una volta, si è proposta in modo confuso né ha presentato ai sindacati alcuna documentazione”.
Aci Service nasce nel 1986 per volontà di Automobile Club Palermo, che ne detiene l’intero capitale. Ma nel 2007 è costituita una consorella: Acs, con uguale statuto e uguale socio unico. Anche questa società, ottiene i parcheggi (presso l’azienda ospedaliera Villa Sofia), assume personale e capita pure, sottolinea la Cisl, che qualche impiegato Aci Service diventi impiegato Acs. A luglio 2009, Aci Service fa richiesta di Cigs e avvia gli incontri presso l’ufficio provinciale del Lavoro in vista anche della scadenza delle convenzioni con le aziende ospedaliere. La prima ad arrivare è quella che riguarda il parcheggio del Policlinico: da qui il licenziamento di quattro addetti e la richiesta di ampliamento del numero di persone da porre in Cig: 11 dipendenti della sede più sei addetti ai parcheggi. Ma, insiste Mimma Calabrò, segretaria della Fisascat Cisl Sicilia, “la Cig nasce per aiutare le aziende in crisi e far sì che queste possano dar corpo ai loro progetti di rilancio”. E allora, domanda la sindacalista: “Come mai un ente e una sua società, non solo non presentano piani di rilancio ma chiedono la cassa integrazione per occupati in servizi che, istituzionalmente, sono fonte di entrate? E come mai un’azienda, dopo aver investito in mezzi e personale, non si batte per mantenere la gestione dei parcheggi? A meno che, punta il dito Calabrò, l’obiettivo vero per il quale vengono richiesti i soldi degli ammortizzatori sociali, non abbia nulla a che spartire con operazioni di rilancio.
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