Al Massimo di Palermo “Franca Florio”
Enna-Cronaca - 17/06/2010
Rinnovato successo al Teatro Massimo di Palermo “Franca Florio”, per il balletto in due atti del coreografo e regista Luciano Cannito; la cui musica è stata composta appositamente nel teatro palermitano, da Lorenzo Ferrero nel 2007; le scene Liberty e i costumi della belle èpoque sono stati firmati da Francesco Zito. L’opera di Luciano Cannito, che ripercorre la straordinaria vita di Franca Florio, dal 12 al 16 giugno professionisti della danza hanno interpretato i seguenti ruoli: Grazia Galante, nei panni della nobildonna che, nel suo ritiro sull’isola di Favignana, ripercorre i momenti più importanti della propria vita; i suoi ricordi prendono corpo sulla scena, con Rossella Brescia, protagonista dell’opera. Giuseppe Picone, è invece interprete del bello e ricco, Ignazio Florio; Soimita Lupu è Vera Arrivabene, antagonista di Franca Florio. I ruoli di Franca e Ignazio sono stati interpretati anche da Sabrina Brazzo e Alessandro Macario.
Rossella Brescia:
Ballerina di danza classica e moderna. Poco dopo esserti diplomata all’Academia Nazionale di Roma, fai ingresso a Canale 5. Che aspirazioni avevi allora, e cosa ti aspettavi con l’ingresso a Canale 5.
Le aspirazioni che ha una qualsiasi ballerina: volevo lavorare attraverso la mia passione e per cui avevo studiato, la danza. Tutto quello che ho fatto lo rifarei sempre, perché tutte le scelte, anche quelle in cui ho sbagliato, mi hanno portato ad apprendere molte cose.
Hai lavorato ad “Amici”, sia come 1° ballerina che come insegnante. In quale dei due ruoli ti sei trovata meglio?
Mi piace ballare, ed insegnare risulta difficile, quando fai entrambe le cose. Allenarsi per ballare, e poi insegnare e dover seguire dei ragazzi, ricordo che non era facile.
Hai avuto esperienze di conduzione, sia televisiva che radiofonica, con programmi leggeri e divertenti. E’ stata una scelta o una casualità lavorare proprio su questo genere? E come ti approcci alla comicità?
Mi piace in genere il mondo dello spettacolo, e ciò che più mi affascina lo prendo sempre. Ciò che conta, è farlo con interesse, passioni, e senza costruzioni; fare altrimenti in questo mestiere, non è possibile. Dunque mi approccio alla comicità con la semplicità e la quotidianità con cui vanno affrontate le cose, ma con la dovuta passione.
Hai mai pensato invece di sviluppare un programma tutto tuo, basato sul ballo?
Per certi versi l’ho già fatto nel programma di “Amici”; e comunque, sarebbe faticoso e impegnativo, senza contare il fatto che in televisione è già stato fatto tutto, anche in questo ambito.
Passiamo al teatro, ci lavori da tempo: senti che ti manca qualcosa ancora in esso, andando oltre le rappresentazioni liriche di cui sei stata e sei, protagonista negli anni?
C’è sempre il desiderio di voler fare tante altre cose, l’importante è sempre avere delle aspirazioni sane. Per adesso sono contenta di quello che faccio. Non dedico molto tempo a pensare ai progetti per il futuro. Per esempio adesso siamo in tournè con “Carmen”, che ci ha dato tante soddisfazioni, e “Cassandra”. Ritengo quindi abbastanza piena la mia agenda al momento.
Luciano Cannito:
Luciano Cannito, coreografo e regista, da qualche anno porti in scena “Franca Florio”. Come l’hai immaginata l’opera? E perché l’hai scelta?
Franca Florio è stata una delle donne più famose del mondo a fine ‘800; e lo era a tal punto che quando andava in qualsiasi nazione del mondo, le copertine di tutte le riviste erano tutte dedicate a lei. Inoltre, è stata la donna che ha fatto si che la Sicilia, e Palermo divenissero il posto più trendy del mondo in quel periodo; e venivano a farle visita a Palermo, l’imperatore di Russia, il Re d’Inghilterra; tutte cose che ho poi cercato di inserire nello spettacolo per far capire come la famiglia Florio fossero diventate un simbolo di bellezza e internazionalità. Questo spettacolo in particolare a Palermo, per me è un omaggio a questa città, per dare la sensazione che il Sud più di una volta nella storia, ha avuto dei gloriosi momenti di cultura, ricchezza ed industriosità.
Fra le opere da te riadattate, quale credi sia corrisposta maggiormente alla tua idea originaria?
Io amo particolarmente “Carmen” e “Cassandra”. Sono due balletti che hanno una certa similarità estetica e anche simbolica; riguardano due donne cariche simbolicamente, la prima per la sua libertà; la seconda, per la sua sensibilità a tal punto da capire prima di altri, cosa stesse accadendo intorno a lei, perciò la chiamavano “la profetessa”. Questi due balletti, che ho fatto, rispettivamente, uno nel ’95 e l’altro nel 2000, li ho rappresentati un po’ in tutto il mondo. E sono fiero, ed è un sogno, rifare questi due balletti quest’estate per la donna che si ama nella vita reale, facendola coincidere con il personaggio che si ama invece, nella vita artistica.
Preferisci trarre i tuoi lavori da opere liriche già esistenti, o da idee tue?
“Franca Florio”, è un’opera mia: non esisteva prima come opera; ne ho scritto la sceneggiatura ispirandomi alla storia vera della Florio. Anche di “Cassandra”, non esiste un’opera lirica; O ancora, il “Marco Polo”, che rifarò quest’estate al Teatro dell’Opera di Nizza, che è un’opera originale. In realtà mi dedico poco ad opere già esistenti, rispetto a quelle create ex novo. Questo, perché non ho un vero e proprio schema: ciò che mi piace e mi ispira cerco di approfondirlo e se ho la possibilità e i mezzi(tante volte ho la possibilità e non i mezzi, altre volte ho i mezzi ma non la libertà o il tempo di farlo).
Dell’ambito cinematografico; cui ti dedichi da un po’ di tempo; cosa stai sviluppando al momento?
Ho ultimato la preparazione di un film, per cui ho preso i diritti di un libro di Gesulado Bufalino: “Le menzogne della notte”; che girerò interamente in inglese per dare della nostra Sicilia e del Sud Italia più in genere una internazionalizzazione che solo la lingua inglese riesce oggi a dare nel cinema; e non limitarsi dunque al solo mercato italiano, come purtroppo accade per molti film.
Aurica Livia D’Alotto
foto di Maria Catalano