a) Quali opere infrastrutturali a supporto del sito archeologico ovvero all’esterno dell’area archeologica, realizzati con i finanziamenti ottenuti dalla Provincia con la misura comunitaria del “Pit”, riguardanti, nello specifico, l’area di parcheggio, la strada e l’area commerciale per la sistemazione degli stand dei commercianti, sono stati eseguiti rispettando quanto previsto dai progetti?
b) Quali, invece, sono state le varianti eseguite durante i lavori? Quali le perizie di varianti eseguite e quali le firme di chi le ha autorizzate?
c) Quali sono state le somme spese ed, eventualmente, quelle residue, per tutti gli interventi previsti nella zona, comprese l’area per il commercio e la strada di accesso, che sono state già completate e collaudate la scorsa estate?
d) Cosa è stato fatto, ad oggi, per mettere in sicurezza i reperti, ritenuti importanti, che sono stati ritrovati nella zona commerciale individuata dal progetto originale, la cui presenza ha costretto lo spostamento della stessa area?
e) Quale valutazione è stata adottata, con la variante, per individuare, a motivo dello spostamento sopra citato, la nuova zona commerciale la quale, parrebbe essere stato già oggetto, negli anni novanta, di allagamento di una piena del torrente?
f) Come mai, sempre in riferimento al progetto dell’area commerciale e strada di collegamento, il piazzale non è stato asfaltato come previsto ma lasciato con un fondo di cemento inidoneo allo scopo?
g) Quali sono le notizie in possesso dell’Amministrazione provinciale in merito alla “delittuosa” demolizione di mura antiche romane, il tutto per il posizionamento della nuova copertura? Quali le eventuali azioni che l’Amministrazione provinciale ha intenzione di promuovere per un maggior controllo e vigilanza volti alla salvaguardia di uno dei patrimoni più preziosi per l’intera umanità?
Per una più completa informazione l’articolo cui si riferisce il Consigliere Malfitano:
L’inchiesta sarebbe stata disposta per verificare se alcune varianti che, secondo un esposto sono state eseguite durante i lavori, hanno ottenuto tutti i visti e le valutazioni, ma anche per accertare se strada, parcheggio, piazzare sono stati realizzati rispettando quanto previsto dai progetti. Nei mesi scorsi a portare ad una denuncia era stata la chiusura di metà carreggiata della nuova strada, per consentire il passaggio dei grossi tur che trasportavano le pesanti strutture utilizzate per le coperture delle sale della Villa romana. In molti si chiesero il motivo per il quale era stato inibito il passaggio ai tir sul lato che costeggia il vallone, considerato che si tratta di una arteria sulla quale, a pieno regime una volta riaperta la Villa, dovranno transitare decine di pullman ogni giorno.
Lo scorso dicembre Confesercenti aveva depositato un ricchissimo dossier – denuncia alla Procura ennese sui ritardi nei lavori di restauro del sito, ma una parte del dossier riguardava proprio i progetti realizzati con i fondi Pip. Alla magistratura è stato chiesto di verificare la corrispondenza tra i progetti originari ed i lavori eseguiti, ma anche di effettuare una ricognizione sulle somme spese e quelle residue per tutti gli interventi previsti nella zona, comprese l’area per il commercio e la strada di accesso, che sono state già completate e collaudate la scorsa estate. La zona commerciale è stata spostata rispetto al progetto originario “per la presenza di reperti ritenuti importanti” ma che secondo la denuncia giacciono abbandonati e per i quali non sono stati effettuati né recinzioni nè messa un sicurezza. Lo spostamento era stato duramente contestato perché la zona individuata con la variante, secondo la denuncia negli anni ’90 è stata interamente allagata dalla piena del torrente. Nel carteggio prodotto alla procura c’è anche la documentazione relativa al progetto all’area commerciale e strada di collegamento perché secondo l’esposto, il piazzale non è stato asfaltato come previsto ma lasciato con un fondo di cemento inidoneo allo scopo. Nei giorni scorsi anche una visita del procuratore capo della Dda nissena Sergio Lari.