Enna. Consigliere provinciale Malfitano: “delittuosa” demolizione mura antiche romane di Villa del Casale di Piazza Armerina

Enna. Alla luce delle ultime notizie apparse a mezzo stampa su una indagine relativa le infrastrutture di parcheggio e dell’area commerciale villa Romana, il Consigliere provinciale Sergio Malfitano (PdL Sicilia) ha chiesto al Presidente del Consiglio Provinciale, Massimo Greco, di relazionare e chiarire in merito agli inquietanti interrogativi sull’esecuzione dei lavori alla Villa romana del Casale di Piazza Armerina. Malfitano considerato l’impegno assunto e, a “tutt’oggi, ancora disatteso, da parte del Presidente della Provincia, Dott. Monaco, il quale, durante la trattazione, qualche mese fa, di una precedente mozione, riguardante la situazione del crono programma dei lavori di restauro della struttura, si era ufficialmente impegnato a realizzare un incontro tra il Consiglio Provinciale e l’Assessore regionale competente, al fine di fare chiarezza in merito al Rientro della Venere di Morgantina e sullo “stato dell’arte” dei lavori di restauro della Villa in oggetto”, ed, inoltre, in considerazione dell’adesione dell’Ente Provincia Regionale di Enna all’Associazione Province “Unesco Sud Italia”, come da Delibera del C.P. n. 102 del 31.10.2009; nella sua richiesta al Presidente del Consiglio chiede di sapere in particolare modo:
a) Quali opere infrastrutturali a supporto del sito archeologico ovvero all’esterno dell’area archeologica, realizzati con i finanziamenti ottenuti dalla Provincia con la misura comunitaria del “Pit”, riguardanti, nello specifico, l’area di parcheggio, la strada e l’area commerciale per la sistemazione degli stand dei commercianti, sono stati eseguiti rispettando quanto previsto dai progetti?
b) Quali, invece, sono state le varianti eseguite durante i lavori? Quali le perizie di varianti eseguite e quali le firme di chi le ha autorizzate?
c) Quali sono state le somme spese ed, eventualmente, quelle residue, per tutti gli interventi previsti nella zona, comprese l’area per il commercio e la strada di accesso, che sono state già completate e collaudate la scorsa estate?
d) Cosa è stato fatto, ad oggi, per mettere in sicurezza i reperti, ritenuti importanti, che sono stati ritrovati nella zona commerciale individuata dal progetto originale, la cui presenza ha costretto lo spostamento della stessa area?
e) Quale valutazione è stata adottata, con la variante, per individuare, a motivo dello spostamento sopra citato, la nuova zona commerciale la quale, parrebbe essere stato già oggetto, negli anni novanta, di allagamento di una piena del torrente?
f) Come mai, sempre in riferimento al progetto dell’area commerciale e strada di collegamento, il piazzale non è stato asfaltato come previsto ma lasciato con un fondo di cemento inidoneo allo scopo?
g) Quali sono le notizie in possesso dell’Amministrazione provinciale in merito alla “delittuosa” demolizione di mura antiche romane, il tutto per il posizionamento della nuova copertura? Quali le eventuali azioni che l’Amministrazione provinciale ha intenzione di promuovere per un maggior controllo e vigilanza volti alla salvaguardia di uno dei patrimoni più preziosi per l’intera umanità?

Per una più completa informazione l’articolo cui si riferisce il Consigliere Malfitano:

Accertare la rispondenza tra i lavori realizzati ed i progetti originari. Questa la delega assegnata dalla Procura di Enna alla Digos nell’ambito dell’inchiesta sulla Villa romana del Casale. Il procuratore capo Calogero Ferrotti ha disposto accertamenti sui lavori realizzati all’esterno dell’area archeologica con i finanziamenti ottenuti dalla provincia con la misura comunitaria del “Pit”. Si tratta di oltre 6 milioni di euro concessi per la realizzazione delle infrastrutture a supporto del sito archeologico e quindi l’area di parcheggio, la strada e l’area commerciale per la sistemazione degli stand dei commercianti. Gli accertamenti specifici riguardano proprio queste opere già completate.
L’inchiesta sarebbe stata disposta per verificare se alcune varianti che, secondo un esposto sono state eseguite durante i lavori, hanno ottenuto tutti i visti e le valutazioni, ma anche per accertare se strada, parcheggio, piazzare sono stati realizzati rispettando quanto previsto dai progetti. Nei mesi scorsi a portare ad una denuncia era stata la chiusura di metà carreggiata della nuova strada, per consentire il passaggio dei grossi tur che trasportavano le pesanti strutture utilizzate per le coperture delle sale della Villa romana. In molti si chiesero il motivo per il quale era stato inibito il passaggio ai tir sul lato che costeggia il vallone, considerato che si tratta di una arteria sulla quale, a pieno regime una volta riaperta la Villa, dovranno transitare decine di pullman ogni giorno.
Lo scorso dicembre Confesercenti aveva depositato un ricchissimo dossier – denuncia alla Procura ennese sui ritardi nei lavori di restauro del sito, ma una parte del dossier riguardava proprio i progetti realizzati con i fondi Pip. Alla magistratura è stato chiesto di verificare la corrispondenza tra i progetti originari ed i lavori eseguiti, ma anche di effettuare una ricognizione sulle somme spese e quelle residue per tutti gli interventi previsti nella zona, comprese l’area per il commercio e la strada di accesso, che sono state già completate e collaudate la scorsa estate. La zona commerciale è stata spostata rispetto al progetto originario “per la presenza di reperti ritenuti importanti” ma che secondo la denuncia giacciono abbandonati e per i quali non sono stati effettuati né recinzioni nè messa un sicurezza. Lo spostamento era stato duramente contestato perché la zona individuata con la variante, secondo la denuncia negli anni ’90 è stata interamente allagata dalla piena del torrente. Nel carteggio prodotto alla procura c’è anche la documentazione relativa al progetto all’area commerciale e strada di collegamento perché secondo l’esposto, il piazzale non è stato asfaltato come previsto ma lasciato con un fondo di cemento inidoneo allo scopo. Nei giorni scorsi anche una visita del procuratore capo della Dda nissena Sergio Lari.