Valguarnera. Una volta il postino suonava sempre due volte, adesso non più

Valguarnera. Una volta il postino suonava sempre due volte, adesso non più. Proprio così. In quel celebre romanzo giallo di James M. Cain, intrecciato di passione e sesso, il postino era sempre puntuale. Come dargli torto. Ma adesso i tempi cambiano e si e no passa una volta al mese, come a Valguarnera, dove un’intera e vasta zona come quella di via Sant’Elena, via Europa, via Veneto, di lui da circa un mese si sono perse le tracce. Ma non perché ci siano mariti gelosi in giro, ma per il semplice fatto che il titolare della zona è in congedo da un mese e non viene sostituito. E così chi aspetta con lettera ordinaria, comunicazioni importanti, bollette da pagare, riviste, giornali e quant’altro, è costretto o recarsi personalmente all’ufficio postale o attendere invano. I residenti del vasto quartiere sono veramente indignati, perché non è possibile che in un paese civile accada una cosa del genere. In questi giorni faceva notare uno di loro, è in corso la distribuzione delle bollette dell’acqua con tanto di scadenza a breve, che se non viene pagata entro la scadenza pattuita, si rischia la sospensione del servizio idrico o il pagamento in ritardo con tanto di interessi di mora. “Se mi dovessero sospendere l’acqua, perché non mi è pervenuta la bolletta in tempo utile, denuncerò senza mezzi termini le poste –diceva ieri un residente di via Veneto- non è possibile che la corrispondenza non arrivi da un mese”. Ma anche in altri quartieri del paese le cose non è che vadano meglio. Sarà per il periodo di ferie che per altro, la corrispondenza viene distribuita a singhiozzo e non certo tutti i giorni. Tra l’altro il servizio di distribuzione della posta non è più di pertinenza dell’ufficio postale di Valguarnera ma di quello di Piazza Armerina, per cui l’utenza non sa più a chi rivolgersi affinché venga ripristinato al più presto possibile. Ma se il sevizio di distribuzione è molto carente, non è che gli altri vadano meglio. Va bene che siamo in un periodo di ferie, ma sta di fatto che giornalmente le code all’ufficio postale si sprecano. A pagarne le spese maggiormente le persone anziane costrette a districarsi parecchie ore in code interminabili per riscuotere la pensione o pagare le utenze domestiche. Anche in questo caso per la carenza di personale questo stillicidio non è un fatto episodico, ma costituisce la regola in qualsiasi momento dell’anno. Su quattro sportelli, ci sono giornate che ne viene aperto solamente uno o due con grande rammarico e parecchie imprecazioni di chi è costretto ad accedervi. E dire che con la privatizzazione i servizi postali dovevano funzionare meglio.
Rino Caltagirone