Cnel, immigrati e italiani ad Enna i primi stanno meglio dei secondi

Le condizioni di immigrati e italiani in Sicilia non sono poi così distanti, anzi ad Enna i primi stanno meglio dei secondi. E’ quanto emerge dal VII Rapporto Cnel sugli indici di integrazione degli immigrati in Italia.

In particolare, tra tutte le regioni italiane, la Sicilia offre le condizioni di inserimento socio-occupazionale più paritarie tra immigrati e italiani, con un valore di appena -0,06 a svantaggio degli stranieri (su una scala che va da una scarto massimo negativo di – 1,00 a uno massimo positivo di +1, con lo zero che indica sostanziale uguaglianza tra le due parti di popolazione), nonostante il contesto isolano mostri, nella graduatoria assoluta, un potenziale di integrazione di grado medio (8* posto con valore di 49,40 unità di scala centesimale).

Enna, Palermo, Catania e Siracusa sono, in particolare, le province siciliane in cui questa parita’ di inserimento risulta più affermata, essendo quelle che compaiono tra le prime 10 della graduatoria. Enna, specialmente, e’ la prima di tutte le province d’Italia e l’unica ad avere un valore positivo dell’indice (+0,20), a indicare che qui il livello generale di inserimento socio-lavorativo degli stranieri arriva, nel complesso, a essere anche leggermente migliore di quello degli italiani.

Dopo la Sicilia, le regioni con il minimo differenziale tra immigrati e italiani sono, nell’ordine, il Piemonte (-0,13), dove e’ in particolare la provincia di Biella (2a in Italia) a segnalarsi per maggiori condizioni paritarie di inserimento (valore 0,00, cioe’ assoluta equivalenza tra le due popolazioni); il Molise (-0,14); la Sardegna (-0,15), con Nuoro e Cagliari in maggiore evidenza (3* e 7* posto tra tutte le province italiane); il Trentino Alto Adige; quindi un gruppo di tre regioni (Campania, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta) che condividono lo stesso valore dell’indice (- 0,17) e che precedono Lazio (-0,18) e Veneto (-0,20) che completano il gruppo delle regioni con valori di medio livello.

L’Emilia Romagna, che pure guida la graduatoria assoluta con il potenziale di integrazione più elevato tra le regioni italiane, in questo contesto è solo al 12* posto, con un valore differenziale (-0,27) che rivela ancora, al suo interno, una certa disparità nelle condizioni generali di inserimento socio-occupazionale tra immigrati e italiani.

Asca