Stagione venatoria. Ben 3.538 i cacciatori autorizzati in provincia di Enna

Enna. Da domani, ufficialmente, si apre la stagione venatoria, dopo tante incertezze e preoccupazioni per gli amanti della caccia, che in provincia di Enna sono tanti, addirittura la provincia di Enna ha il più alto indice di cacciatori ed anche molte zone in cui la cacciagione è abbondante. L’assessorato regionale all’Agricoltura e alle Foreste, ha comunicato che, negli ambiti territoriali che dividono in due la provincia ennese, sono stati ammessi ben 3.538 cacciatori, la maggior parte dei quali, come è avvenuto in passato, proviene da altre province della Sicilia, soprattutto dal catanese e del messinese. Da dati dell’assessorato è stato possibile accertare che 412 cacciatori che sono ammessi a Enna e che verranno da fuori Sicilia. Inoltre dalla graduatoria che l’assessorato regionale all’agricoltura elabora in primavera, in base alle richieste di autorizzazione presentate, Enna, con 4.124 istanze, conta da sola un quinto dell’intero numero di richieste presentate tutta la Sicilia, che sono poco più di ventimila, al secondo posto Palermo, con 4.118 richieste, mentre le altre seguono con richieste al di sotto dei tre mila distanziate. La novità più appariscente di questa stagione è sicuramente la privatizzazione dell’attività venatoria. In provincia di Enna saranno diciassette i fondi dove i cacciatori dovranno fare riferimento alle aziende “faunistico-venatorie” o “agro-venatorie”, che gestiranno in esclusiva l’esercizio della caccia nella loro zona. Da domani, sostanzialmente si potrà sparare quasi dappertutto, tranne nelle zone del Demanio forestale, nei fondi chiusi (precisazione che viene riportata ogni anno, a scanso di equivoci, sulla Gazzetta ufficiale della Regione).
Saranno dodici, infine, i siti in cui, la caccia è vietata, si tratta di due parchi, sei riserve, un invaso e tre zone cinologiche. In altre diciassette area l’esercizio della caccia è “privatizzato”. Da domani i cacciatori potranno iniziare a sparare a tortore, merli e colombacci, vietato, invece cacciare nel Parco dei Nebrodi, nel Parco Minerario Grottacalda Floristella, nelle riserve naturali Monte Altesina, Sambuchetti-Campanito, Vallone di Piano della Corte, Lago di Pergusa, Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, Rossomanno – Grottascura – Bellia; nell’oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica di Aidone, presso l’invaso della diga Don Sturzo; e nelle zone cinologiche di contrada Peraniera a Calascibetta, Graffagna a Nicosia e a Troina nella zona cinologica (definita “di tipo A”), ricadente all’interno dell’azienda faunistico venatoria “Scippa”. E’ stato pubblicato anche l’elenco delle nove aziende faunistico-venatorie e delle otto agro-venatorie. Al primo elenco appartengono la “Buscemi”, fra Troina e Regalbuto; la “Scarvi San Francesco” a Troina; la “S. Silvestro Intronata”, la “Sciara Gurghi Giumenta”, e la “Cicera” a Sperlinga; “La Sughereta” fra Troina e Regalbuto; la “Monaco” a Nicosia; la “Bontà di Sicilia” a Cerami; la “Tremurli” a Enna. Le aziende agro-venatorie, invece, sono la “Cannella” e la “Ficilino Polizzello” a Nicosia; la “Crisaffe” a Troina; la “Carangiaro-Scioltabino”, la “Capitone” e la “Carangiaro” a Enna; la “Montagna Gebbia Robbiato”, a Piazza Armerina; la “Cacchiamo” a Calascibetta.