Enna: Consiglio provinciale rissoso e forse non valido

Enna. Sarà valida la seduta del consiglio provinciale, svoltasi mercoledì pomeriggio e presieduta dal presidente Massimo Greco? Per molti consiglieri no perché è venuto a mancare il consigliere provinciale del PdL Sicilia, Sergio Malfitano, invitato con fax e lettera a non presentarsi in consiglio, pur non essendoci all’ordine del giorno il punto che stabiliva il decadimento del consigliere di Nicosia e l’entrata in consiglio di Salvo La Rosa. Il capogruppo del PdL, Francesco Spedale, ad apertura dei lavori ha sostenuto questa tesi, ed i chiarimenti non sono stati tali da tranquillizzare i consiglieri. E’ stata una seduta molto rissosa, ricca di punti interrogativi dove c’erano da trattare i casi Castoro e Malfitano e dove, alla fine,tutto è finito perché è venuto a mancare il numero legale, essendo usciti i rappresentanti del PD, tranne Paolo Buscemi, il PdL,tranne Regalbuto, rimanendo in aula in 11, compresi i tre rappresentanti dell’MpA, i 3 dell’Udc, due del Gruppo Federato (Sutera e Crapanzano) ed il presidente Greco. La tensione, mercoledì pomeriggio, era molto alta e qualcuno è uscito fuori dei binari, perché il presidente Greco è stato accusato di malafede politica, di scarsa conoscenza delle procedure nella trattazione degli argomenti all’ordine del giorno. Tema del contendere il deliberato del presidente del Tar di Catania, Zingales, che accoglieva la sospensiva del provvedimento dell’assessorato regionale agli enti locali nei confronti di Giuseppe Castoro per cui il consiglio provinciale non poteva trattare l’argomento, che era all’ordine del giorno, al punto 7. Mario Alloro, capogruppo del PD chiedeva che ad apertura di seduta si leggesse la decisione del Tar di Catania, Greco sosteneva che lo si doveva trattare al momento della trattazione, Alfredo Colianni del PdL ne chiedeva il prelievo, Alloro minacciava di abbandonare con il suo gruppo l’aula; intervenivano Bannò, Costanza, Lupo e Granata ed alla fine la segretaria Antonella Buscemi veniva autorizzata a leggere la decisione del Tar. I lavori duravano poco perché veniva trattata una interpellanza di Francesco Comito dell’Udc su Pergusa, ma al momento di trattare un debito fuori bilancio sull’affitto di un deposito a Piazza Armerina, Pd e PdL uscivano dall’aula,rimanevano in undici, per cui i lavori venivano aggiornati ad altra seduta.

C’è stata una corrispondenza rapida tra il presidente del consiglio provinciale, Massimo Greco, ed il consigliere in uscita Sergio Malfitano. Quest’ultimo è stato invitato a non partecipare alla seduta di mercoledì pomeriggio. “In merito a quanto in oggetto – scrive Malfitano a Massimo Greco – si tiene a puntualizzare che la sentenza citata nelle sue Comunicazioni, non risulta, a tutt’oggi, notificata ne al domicilio dello scrivente ne a quello del proprio legale difensore. Pertanto, accogliendo il suo invito a non tener conto delle precedenti comunicazioni afferenti la seduta del consiglio di mercoledì primo settembre, si precisa che, in mancanza della suddetta notifica, lo scrivente esprime le proprie perplessità sull’effettiva esecutività della stessa a decorrere dalla data del 23 agosto. A questo proposito il sottoscritto si riserva la possibilità di rivalersi nelle sedi competenti per tutte le mancate convocazioni relative alle sedute di consiglio provinciale e di commissione consiliare. Inoltre, corre l’obbligo evidenziare che, tra i punti all’ordine del giorno della seduta del consiglio provinciale, non risulta inserita la decadenza dalla carica di consigliere provinciale dello scrivente, né la conseguente surroga del successore”. Una corrispondenza che potrebbe costituire elemento probante per l’annullamento della seduta di mercoledì, così come hanno sostenuto Francesco Spedale, capogruppo del PdL, e di Mario Alloro, capogruppo del Pd, mentre i casi Castoro e Malfitano diventano casi spinosi per il consiglio provinciale ed è necessario un parere legale certo da parte dell’assessorato regionale agli enti locali.