L’architettura fortificata: Risorsa per il turismo in provincia di Enna

La Sicilia, si sa, è una regione caratterizzata da cultura millenaria, da innumerevoli monumenti rappresentanti le differenti dominazioni succedutesi nel corso dei secoli, da aree archeologiche di estrema bellezza e straordinarietà e da musei contraddistinti da rilevanti e interessanti reperti. Da sempre presa d’assalto dai turisti, oltre che per le bellezze naturalistiche, paesaggistiche e gastronomiche, anche e soprattutto per l’intensa e molteplice offerta culturale, l’isola nel corso degli ultimi anni ha visto però un rilevante calo nell’affluenza dei visitatori; si è verificata, infatti, una riduzione nel numero delle presenze presso le aree storiche e culturali siciliane, nettamente superiore al suo consueto trend.
Il peso dell’industria turistica siciliana sull’economia complessiva si pone al di sotto di quella nazionale e dei principali player internazionali, per non parlare del gruppo competitivo dei paesi mediterranei limitrofi. È evidente la difficoltà da parte, sia dell’Italia sia della Regione Siciliana, di estrarre valore economico dal suo principale vantaggio competitivo caratterizzato da arte, cultura ed enogastronomia.
Tuttavia, per incrementare il turismo è necessario un potenziamento dei servizi, che richiede, a sua volta, personale altamente qualificato e numeroso. In Italia vi sono quaranta mila posti di lavoro in meno rispetto al 2005; il turismo culturale è in calo del 4, 3% e vi sono 4 miliardi in meno di fatturato turistico.
Anche per la Sicilia i dati sono di tutto rilievo: il rapporto tra ricavi da merchandising museale e siti Unesco è notevolmente inferiore a quello di altri paesi. In Francia, ad esempio, l’indice di ritorno economico del merchandising museale è più che triplo rispetto alla Sicilia, in Inghilterra è sei volte tanto, mentre in Usa è quasi 15 volte superiore al dato siciliano.
Altro dato è la carenza infrastrutturale. La rete ferroviaria in Sicilia è elettrificata in parte e si estende per soli 1.400 km; mentre le maggiori problematiche delle strade siciliane riguardano soprattutto lo scadente livello nei servizi agli utenti.
La crisi nel settore del turismo si è riscontrata anche in provincia di Enna: basti pensare che dopo il 2007 le presenze turistiche sono diminuite del 25,64% rispetto al 2004. Questo fa sì che l’economia turistica della circoscrizione di Enna occupi una parte sempre meno importante nell’ambito dell’intera regione, rappresentando poco più di mezzo punto percentuale del numero di pernottamenti effettuati nei complessi ricettivi. Il numero delle presenze straniere, poi, è diminuito del 5%.
Eppure Enna e provincia hanno un’offerta turistica non indifferente. Un itinerario interessante sarebbe, per esempio, quello all’insegna dell’architettura fortificata, presente in gran parte del territorio ennese. In piena epoca bizantina, si costruirono, infatti, reali fortificazioni, sempre in luoghi strategicamente importanti e tali da controllare anche i movimenti nel mar Mediterraneo; accanto ad essi, poi, nacque un vero e proprio insediamento castellare al centro dell’Isola: il Castrum Hennae.
Enna ospita, infatti, il Castello di Lombardia, un vasto complesso fortificato che consta essenzialmente di una cinta esterna a pianta irregolare poligonale con sei torri superstiti. Con le sue dimensioni, il castello di Lombardia è, insieme al castello di Lucera, il più grande castello medievale d’Italia e certamente uno dei più grandi d’Europa. La cinta racchiude, infatti, una superficie di ca. 26.600 mq suddivisa in tre cortili divisi da cortine murarie e comunicanti solo tramite porte interne. Una sorta di quarto cortile, di perimetro rettangolare assai stretto e allungato, è creato dall’esistenza di un lungo antemurale a difesa dell’ingresso principale aprentesi sul lato ovest. Alle torri di cortina si aggiungono altre quattro torri interne, poste in corrispondenza di punti chiave delle mura che delimitano i tre cortili.
La città di Enna ospita un’altra interessante struttura medievale: la Torre di Federico. La torre è un perfetto prisma ottagonale con larghezza massima di m 17; l’esterno è realizzato in apparecchiatura di blocchetti calcarei regolari alti ca. 25 cm. Alla distanza di 21 m la torre è circondata da una cinta muraria anch’essa a pianta ottagonale della quale si sono conservati solo alcuni tratti. Delle otto facce del solido geometrico solo due appaiono totalmente cieche. Le altre sono animate da monofore e feritoie e da due ampie e bellissime finestre con cornici a bastoni spezzati che si aprono al piano nobile rispettivamente sul lato nord-nord ovest e sul lato sud-sud est. L’ambiente naturale e lo stesso clima di Enna esaltano ancora di più, per molti giorni l’anno, il fascino settentrionale della torre. Immersa spesso nella nebbia, a volte visibile solo a distanza di pochi metri, essa è realmente un frammento di Europa gotica caparbiamente ancorato all’acrocoro roccioso di Enna.
Proseguendo il percorso, ci spostiamo nella cittadina di Agira, dove si trova, all’interno del suo centro urbano, il c.d. Castello di San Filippo d’Argirò, le cui fondamenta, secondo lo storico Agnello, risalirebbero a epoca islamica, ma fu certamente costruito in età sveva, la cui impronta è innegabile nelle tre torri; la cinta interna e i suoi edifici risalgono invece al XIV secolo. Purtroppo quel che ne rimane oggi sono solo ruderi, che rendono difficoltosa la ricostruzione esatta del complesso. Ciononostante si erge maestoso su una città antichissima.
Nel quartiere della Chiesa Madre a Gagliano Castelferrato sono situati i resti fuori terra di un castello. La cinta muraria esterna si snodava ai piedi della rupe ed è parzialmente identificabile con le case poste lungo la via della Porta Falsa. Da qui si prosegue lungo un ripido sentiero sino a giungere al portone d’accesso e al nucleo centrale del castello. Esso è costituito da uno spazio irregolare, posto a quota 731 m s.l.m., ricavato in uno spazio ristretto compreso tra le tre rupi e delimitato a sud e sud-est da resti di un muro di cinta.
Le rovine dei Castelli di Nicosia, che in realtà formavano un unico complesso fortificato, ricadono all’interno di un’area verde sulla rupe a due cime che sovrasta la città. I ruderi più significativi sono quelli di una torre a pianta rettangolare che s’innalza direttamente sulle rocce del lato nord della rupe con due piani, oltre a quello terreno, scanditi esternamente da riseghe. Non è ben chiaro quando siano stati costruiti, ma le fonti ne parlano a partire dal XII secolo, mentre già nel ‘700 era inutilizzato.
Lo splendido Castello di Sperlinga, recentemente sottoposto a un massiccio restauro, è visitabile e aperto al pubblico. Il complesso architettonico ha perso la sua integrità nel 1914 quando fu demolita la maggior parte delle fabbriche. Lo stato di consistenza dei ruderi risulta buono in seguito al consolidamento degli anni ‘80. La chiesa è stata ricostruita nel 1995 e, attualmente, lavori in corso che prevedono la copertura di alcuni ambienti. Il castello non presenta planimetria unitaria né regolare. I molti corpi di fabbrica che lo costituiscono sono distribuiti su diverse quote. L’assetto strutturale, formato da opere murarie e ambienti rupestri evidenzia particolari e ricercate soluzioni architettoniche e costruttive capaci di sfruttare le preesistenti strutture rupestri e di farle coesistere con le opere murarie realizzate. Il corpo principale costruito direttamente sulla roccia come tutte le altre fabbriche, ha pianta rettangolare; in basso si trova un vestibolo con corridoi d’accesso e in prima elevazione le “stanze baronali”. Le origini del castello non sono documentate; la prima attestazione indiretta della sua probabile esistenza è del 1133.
A quota 1120 m di altezza si erge il Castello di Troina, ridotto purtroppo a pochi ruderi inglobati, tra l’altro, in strutture successive. La fortezza esisteva fin dal VI sec. a.C.; fu meglio fortificata dagli Arabi che la tolsero ai Bizantini nell’878 e la mantennero fino al 1061.
Era costruito sulle rovine delle vecchie mura megalitiche e aveva forma pressoché circolare coprendo tutta la parte alta del displuvio delle acque del paese. Si conserva, inoltre, memoria del nome di quattro porte della città: quella “di Ram” individuata all’estremità ovest della rocca, quella “del Bajuolo” rivolta a nord e attigua al palazzo comunale, quella “del Paradiso” che doveva essere accanto alla cattedrale e, la quarta, quella “di San Nicola” documentata da Malaterra nel passo relativo al trasporto della salma di Giordano, figlio del conte Ruggero, per portam S. Nicolai. Il periodo più glorioso della storia di Troina è legato alla conquista normanna della Sicilia. Il Conte Ruggero d’Altavilla, nel 1061, riuscì a espugnare il castello. Il Gran Conte pose a Troina la sua dimora, facendone la roccaforte per l’occupazione normanna dell’isola; di fatto, negli anni della conquista, Troina fu “prima capitale normanna della Sicilia”. Il castello di Ruggiero si sovrappose al castello medievale ampliandone i confini in alcune parti. La nuova difesa era costituita da tre torri dominanti, alti baluardi che si affacciavano sulla natura impervia della valle.
Il mercato ennese, quindi, si caratterizza per essere un’area ricca di beni culturali e anche paesaggistici; spesso però si tratta di luoghi scarsamente conosciuti e poco pubblicizzati. Altra carenza cronica è quella dei mezzi di trasporto: vi sono luoghi bellissimi ma poco raggiungibili.
Si rende necessario pertanto un incremento di risorse per la promozione dell’intero territorio ennese, in generale, e di singole aree, in particolare; per questo occorrerebbe assicurare un più stretto e proficuo raccordo tra la rete aeroportuale dell’isola e il sistema turistico locale.
In Sicilia, poi, si riscontra la presenza di una barriera linguistica: per molti turisti stranieri è, infatti, molto difficile reperire informazioni e materiale pubblicitario su musei, mostre o centri minori. Occorre selezionare personale altamente qualificato e specializzato, giacché il turismo culturale è un settore che richiede continui aggiornamenti.

Necessita una maggiore programmazione, con manifestazioni articolate e la relativa e tempestiva informazione con vari strumenti di comunicazione; si dovrà largamente utilizzare la pubblicità con manifesti, brochure e internet, non solo per i turisti extraterritoriali, ma anche per i residenti nella regione, in quanto decisiva è la conoscenza del proprio territorio. Per questo è opportuno attuare delle campagne di sensibilizzazione, a partire dall’istituzione scolastica che dovrebbe stimolare i ragazzi alla conoscenza, alla valorizzazione e al rispetto delle proprie risorse.


Renata Siciliano


Nella foto Renata Siciliano: Laureata alla facoltà di Beni Culturali di Catania con il voto di 110/110, ha studiato in college a Londra, ha partecipato ad uno scavo archeologico con l’Università di Siena, è ora studentessa presso l’università di Urbino al corso di laurea specialistica in Storia dell’arte e scrive un blog di attualità.