Leonforte. Operazione Granfonte, due arrestati non rispondono a Gip
Enna-Cronaca - 22/10/2010
Leonforte. Due degli indagati dell’operazione antidroga GranFonte si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Angelo Monsù e Gianfranco Marsiglione, ieri mattina davanti al Gip Carlo Ottone De Marchi, lo stesso giudice di Caltanissetta che ha emesso le 8 ordinanze di custodia cautelare. Difesi dagli avvocati Antonio Impellizzeri Gaetano Grassia e Gisella Marsiglione, i due indagati hanno scelto la via del silenzio. Tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio stupefacenti. Anche Roberto Mingari Favvento, coordinatore del gruppo, e Pierangelo Buono, difesi dal penalista Ones Benintende, sono stati interrogati.
Mentre Rossella Ferragosto e Rovereto La Delfa, anch’essi assistiti da Benintende, posti agli arresti domiciliari, si trovano in una posizione diversa perché sono accusati solo di alcuni casi episodici di spaccio. A Pistoia sarà sentito il presunto fornitore di droga del gruppo, il catanese Antonino Sanfilippo, difeso dall’avvocato Massimo Bellini. Atteso anche l’interrogatorio di Salvatore Scuderi, l’altro presunto fornitore che non è accusato di associazione a delinquere, assistito dall’avvocato Antonio Fiumefreddo. Alcuni avvocati sono decisi a ricorrere al Tribunale del riesame, per chiedere l’annullamento dell’ordinanza del Gip. L’avvocato Impellizzeri, che assiste Monsù, ha già presentato un ricorso al Tribunale della Libertà di Caltanissetta, contestando integralmente l’ordinanza di custodia, partendo proprio dai «gravi indizi di colpevolezza» che sono stati posti alla base dell’ordinanza di custodia cautelare perché per gli stessi reati Monsù è già stato arrestato nel 2008, quando fu trovato in possesso di 41 grammi di cocaina.