Enna. Quattro indagati per favoreggiamento immigrazione clandestini
Enna-Cronaca - 08/11/2010
Enna. Sono quattro gli indagati che vengono accusati dalla Procura della Repubblica di far parte di un gruppo di trafficanti che opera nel campo dell’immigrazione clandestina , nelle condizioni di far entrare extracomunitari dietro pagamento di somme di denaro intorno ai duecento-trecento euro. I quattro, arrestati dagli uomini della Digos lo scorso 19 febbraio, sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Procura della Repubblica ha concluso le indagini preliminari, utili agli avvocati difensori per chiedere l’interrogatorio dei loro assistiti. I quattro imputati, che si trovano a piede libero, sono il pensionato barrese Giuseppe Baiunco, i pietrini Eros Potente e Fabio Li Volsi, e il cingalese Mostafa Abu Bakar detto Mark, del Bangladesh residente a Catania. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Franco Puzzo, Alessandro Messina e Franco Nicoletti. L’attività del gruppo di immigrazione clandestina risale al 2007 ed era un gruppo in grado di distribuire immigrati in tutte le province della Sicilia e, facendosi pagare procuravano agli immigrati nullaosta lavorativi, utili per entrare in Italia, ma in parecchi casi gli immigrati non si sarebbero mai presentati a lavoro, ma una volta ,entrati in Italia, sceglievano altre sedi dove andare a vivere per disperdersi poi sul territorio nazionale. Un imprenditore agricolo ennese non sapeva che a suo carico risultavano presentate ben trenta istanze di nulla osta di immigrati. Fabio Li Volsi ed Eros Potente avevano il compito di agevolare l’ingresso e la permanenza dei clandestini in provincia di Enna, a volte anche grazie a datori di lavoro compiacenti, come Giuseppe Baiunco. “Mark”, molto conosciuto dagli immigrati, aveva capacità notevoli di fare arrivare in Italia centinaia di persone dal Nord-Africa. In contatto con Li Volsi, i due si sarebbero anche visti più volte. La posizione del pensionato barrese, Baiunco, per la Procura era solo uno “pseudo-datore di lavoro”, avrebbe regolarizzato almeno dieci pratiche, pur non essendo titolare di alcuna azienda. Potente era nelle condizioni di operare in Calabria, specie nella zona di Rosarno ed anche di disporre di canali preferenziali per l’accesso degli stranieri. Le accuse nei confronti dei quattro riguardano solo l’immigrazione clandestina in Sicilia.