Sono 51mila i risparmiatori siciliani truffati dai titoli Cirio, Parmalat e Argentina
Enna-Cronaca - 04/01/2011
Sono circa 51.000 in Sicilia (620mila in Italia) i risparmiatori trascinati nei crac finanziari Cirio, Parmalat e Argentina. Si tratta di cittadini che, su consiglio delle banche, hanno investito i risparmi di una vita (30mila euro la media degli investimenti a risparmiatore, per complessivi 1,5 miliardi di euro solo nella regione) in titoli “spazzatura”, carta straccia di cui le banche volevano liberarsi, consapevoli dell’elevato rischio che questi presentavano.
In favore dei risparmiatori traditi Francesco Tanasi Segretario Nazionale CODACONS lancia la campagna “Riprendiamoci il maltolto”. Forte di una serie di sentenze favorevoli che riconoscono agli investitori rimborsi integrali delle somme investite per l’acquisto di titoli Cirio, Parmalat e Bond Argentina, l’associazione ha avviato una campagna tesa a portare in Tribunale le banche che hanno venduto titoli spazzatura, al fine di ottenere la condanna degli istituti di credito alla restituzione del maltolto.
La più recente sentenza, ottenuta dinanzi al Tribunale di Bologna, afferma: “la banca non ha provato di avere informato il cliente in modo significativo e sostanziale, comunicando le ragioni della inadeguatezza, in modo tale da consentire allo stesso di rendersi conto e decidere consapevolmente: nulla riferisce l’ordine sottoscritto circa le “avvertenze’ in concreto ricevuto, contrariamente a quanto richiede la disposizione regolamentare, e la banca non ha neppure chiesto di dare prova, con altri mezzi, di avere espletato fino in fondo al proprio obbligo informativo, spiegando perché non era opportuno comprare titoli di quell’emittente”.
“I tribunali di tutta Italia ci hanno dato ragione – spiega Tanasi – la dinamica è sempre la stessa: la banca ha nel proprio portafogli titoli prossimi al crac e decide di disfarsene collocandomi presso i piccoli risparmiatori, senza avvisare dell’elevato rischio dell’investimento. Ai cittadini, spesso anziani privi di qualsiasi nozione di politica bancaria, viene furbescamente fatto firmare un foglio dove essi si assumono piena responsabilità dell’alto rischio dell’operazione”.