Evidentemente no c’è un coordinamento tra i sindaci dei nostri venti comuni e lo dimostrano le dichiarazioni emerse in occasione della nuova nomina dei commissari liquidatori dell’ATO.
Non va poi dimenticata la determinazione delle tariffe fatte in alcuni casi dai Sindaci, in altri dalle giunte, in altri dai consigli in una confusione generale come se ogni comune fosse ente legiferante che si pone al di sopra della legge dello Stato.
In questa confusione che il cittadino non può controllare, non avendone spesso la strumentalità, lo Stato con atto di controllo dovrebbe mandare a casa per incapacità manifesta le amministrazioni che non gestiscono nel rispetto delle leggi e nell’interesse dei cittadini.
Gli utenti, allora, si trovano di fronte ad un bivio:
a) accettare le illegittimità e pagare;
b) ricorrere avverso gli avvisi presso la commissioni tributaria provinciale. In un concetto di legittimità e di civiltà quando la mafia impone il “pizzo” a gran voce tutti affermiamo che bisogna reagire e ribellarsi ed allora di fronte ad una palese illegittima interpretazione della legge è opportuno ricorrere.
Del resto il ricorso intentato dall’AssoUtenti presso il C.G.A. di Palermo che ci ha dato ragione è la dimostrazione di come la “politica” in provincia ha sbagliato, purtroppo non sono state attuate le correzioni prescritte. Si persevera nell’arroganza ad elaborare provvedimenti che le commissioni tributarie di 1° grado , 2° grado e Cassazione a sezione congiunte hanno dichiarato illegittimi. Pertanto per avere riconosciuto il diritto alla legalità unica strada è rivolgersi alla commissione tributaria. AssoUtenti, come sempre in questa sua battaglia in difesa dei cittadini, fornisce la propria consulenza con il ricorso a tutti i cittadini della provincia che sono tartassati da un sistema di gestione del problema rifiuti che è a dir poco penoso e non degno di una società civile purtroppo rappresentata spesso da gente incompetente o poco rispettosa delle norme”.
Il responsabile AssoUtenti Enna
Pippo Bruno