All’ospedale di Acireale effettuato espianto multiplo di organi a donna di Leonforte

Un espianto multiplo di organi è stato compiuto la scorsa notte all’ospedale di Acireale dove una donna di 40 anni R. G. di Leonforte, affetta da grave deficit neurologico sin dalla nascita, è deceduta in seguito a un ulteriore peggioramento del suo stato che ha determinato l’assenza di attività elettrica cerebrale.

Dopo il consenso dei familiari, il direttore medico Salvatore Scala, il coordinatore aziendale per le Donazioni e i Trapianti del presidio ospedaliero di Acireale, Leonardo Gulisano, e il primario di Anestesia e rianimazione Francesco Campanella, hanno attivato il complesso iter per il prelievo degli organi: le cornee sono state espiantate dall’equipe oculistica dell’ospedale acese; il fegato è stato prelevato dall’equipe dell’Ismett di Palermo, mentre i reni dai chirurghi del Policlinico di Catania.

Il complesso intervento – il secondo ad Acireale di questo tipo – che è durato più di sei ore, è avvenuto dopo l’accertamento della morte cerebrale. La completa e irreversibile cessazione di tutte le funzioni dell’encefalo è stata affidata ad una commissione di medici del Presidio di Acireale composta da: Orazio Spitaleri (neurologo); Marcella D’Amico (Anestesista); dal tecnico di neurofisiologia Alessandra De Maria e dal medico legale Sebastiano Pennisi. L’anestesista che durante l’intervento ha assistito la donna è il dott. Giambattista Grassi Bertazzi Il successo dell’operazione è stato determinato anche dalla collaborazione del personale infermieristico dell’Unità Operativa di Rianimazione, che ha partecipato fattivamente affinché la procedura avvenisse in maniera adeguata.

Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale dell’Asp Giuseppe Calaciura e dal direttore sanitario Domenico Barbagallo che hanno sottolineato come la provincia etnea negli ultimi anni abbia dimostrato grande sensibilità al tema della donazione: “Non bisogna dimenticare – hanno detto i direttori – che i trapianti rappresentano spesso l’unica possibilità di cura per malattie gravi e irreversibili. Si tratta di un gesto di grande solidarietà e di responsabilità sociale, che può salvare la vita di molte persone: ringraziamo la famiglia per questo grande atto di amore dimostrato”.

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