Rsf: nel 2010 uccisi 57 giornalisti
Enna-Cronaca - 10/01/2011
Cinquantasette giornalisti uccisi, 51 sequestrati, 535 arrestati, 1.374 attaccati fisicamente o minacciati, 127 costretti ad abbandonare il proprio paese, 504 media censurati in 62 paesi. Sono questi i numeri del 2010, raccolti e pubblicati da Reporters sans frontières (Rsf). Si comincia con un dato relativamente positivo: i giornalisti uccisi lo scorso anno sono il 25% in meno rispetto al 2009. “Meno giornalisti sono stati uccisi in zone di guerra rispetto agli anni precedenti – spiega Jean-François Julliard, segretario generale di Rsf – Gli operatori dei media principalmente vengono assassinati da criminali e trafficanti di vario genere. I gruppi criminali organizzati e le milizie sono tra i principali killer a livello mondiale. La sfida – prosegue Julliard – adesso è di riuscire a contenere questo fenomeno. Le autorità dei paesi interessati hanno il dovere di combattere l’impunità che circonda questi delitti. Se i governi non si impegnano nel punire gli assassini dei giornalisti, divengono automaticamente loro complici”. Il 2010 non si è distinto solo per una diminuzione nel numero di giornalisti uccisi, ma anche per un incremento degli operatori dell’informazione sequestrati. Nel 2008 si sono registrati 28 casi, l’anno successivo 33 e nel 2010 ben 51. I giornalisti, commenta l’organizzazione, sono considerati sempre meno come degli osservatori esterni e non si rispetta più la neutralità del loro lavoro. “Per la prima volta, nessun continente è potuto sfuggire a questo male – spiega Rsf – I giornalisti sono diventati monete di scambio. I sequestratori prendono ostaggi per finanziare le proprie attività criminali, forzare la mano ai governi e mandare messaggi pubblici. Il rapimento fornisce loro una forma di pubblicità. Anche in questo caso, i governi devono fare di più per individuare i responsabili e sottoporli alla giustizia. Altrimenti i reporter, nazionali o stranieri, non si avventureranno più in certe regioni e saranno costretti ad abbandonare le popolazioni locali al loro triste destino”. Per leggere il rapporto completo http://en.rsf.org/IMG/pdf/bilan_2010_en.pdf