Piazza Armerina. Vendita posti di lavoro: sono circa sessanta i truffati

Piazza Armerina. Proseguono le indagini da parte dei carabinieri della sez. Pg del tribunale di Enna sulla truffa, organizzata a Piazza Armerina, con l’offerta a pagamento da 10 a 20 mila euro di posti di lavoro presso una grossa industria della provincia di Caltanissetta, che sulla vicenda non sapeva niente. Ovviamente si ritiene che materiale cartaceo riferente all’industria era stato falsificato per rendere più credibile la truffa. Intanto sino ad ora sono ben sessanta coloro i quali si sono presentati nel sedicente ufficio “di collocamento” per contrattare un posto di lavoro, dietro il pagamento di un compenso, per lo più in contanti, variabile a secondo la qualifica. Queste sessanta persone che sono cadute nel tranello sono di Piazza Armerina, ma anche dei paesi vicini come Mirabella Imbaccari, San Michele di Ganzeria, Niscemi, in provincia di Caltanissetta, e pare che sia anche qualcuno di Caltagirone. E’ un’indagine molto complessa che i carabinieri del PG, coordinati dal Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, stanno svolgendo perché non sempre ai carabinieri è stato detto tutto quello che avveniva concretamente dal momento del contatto alla consegna del denaro ed alla presentazione della documentazione. Si parla che ad organizzare questa truffa sui posti di lavori sia stato un gruppo ben amalgamato, ma che aveva una figura dominante, che di fatto era quello che gestiva tutta l’operazione, gli altri avevano la figura di “collaboratori”, compresa una segretaria, ma probabilmente sapevano lo stretto necessario di quello che avveniva al momento del contatto con chi chiedeva il posto, quindi, si vogliono esaminare tutte le situazioni e vedere chi veramente ha organizzato e concretizzato questa truffa, che è di vaste proporzioni perché le sessanta persone hanno versato complessivamente circa due milioni di euro, e questi soldi, per la maggior parte in contanti, sono stati immediatamente impegnati negli acquisti di immobili in provincia di Catania. Anche in questo campo i carabinieri stanno svolgendo accurate indagini perché l’obiettivo è quello di fare chiarezza su questa vicenda che ha suscitato tanto scalpore a livello regionale soprattutto per la quantità di persone coinvolte e la facilità con cui queste persone affidavano somme sostanziose, senza alcuna certezza. Pare che ci sia stata una persona, diplomata, che ha versato 48 mila euro in contanti perché aveva chiesto un posto di dirigente nella grossa industria nissena, e 48 mila euro sono somma abbastanza consistente.