Aidone. Boomerang: Basta farsi del male! Si lavori con serenità all’accoglienza della dea

Aidone. Non è pensabile che il segretario del PD locale Enzo Lacchiana e il dottore Lorenzo Calcagno, presidente della commissione comunale per la Venere, si aspettassero con il loro convegno “Rientro della Venere di Morgantina, opportunità di sviluppo”, di suscitare un tale clamore e di provocare un tale effetto boomerang contro Aidone, le sue legittime aspettative legate al rientro della Venere e contro la loro stessa parte politica. Dando per scontata la loro buona fede, non si può non riconoscere che intorno alle parole, quanto meno improvvide del prof. Tesoriere, a cui non si può assolutamente dare il beneficio della buona fede, si è acceso un vespaio, una ridda di interventi tesi a spartirsi in modo sciaccallesco i vantaggi presumibili che arriveranno con il rientro dell’invidiatissima statua. Si è data la stura a tutte le calunnie e le piccinerie, alle ansie ingiustificate, alle millanterie e alle false apprensioni, chiunque si è sentito autorizzato a bagnarcisi il pizzo.
Se il moderatore, l’on. Crisafulli, avesse permesso al Direttore del Parco archeologico di replicare alle affermazioni di Tesoriere – per spiegare, ad esempio, che la Venere è attesa dalla più bella sala del museo e non da un sottoscala o una saletta buia cui si scende con dei gradini – non ci troveremmo ancora a parlare del se, del dove, del come deve essere sistemata la Venere. Ci saremmo volentieri risparmiata anche l’ultima boutade, partorita dalla preoccupazione di un solerte funzionario piazzese, tesa a risparmiare una “cattiva figura” ad Aidone e alla Sicilia intera. Il sig Galati generosamente si è premurato di proporre la candidatura di Piazza Armerina e del palazzo Trigona ad accogliere dignitosamente la Venere “in una delle sue straordinarie sale piene di stucchi e affreschi barocchi”, il contesto più idoneo a valorizzare la statua del V sec. a.C.!
Bene ha fatto Fausto C. Nigrelli, il sindaco di Piazza Armerina, a rintuzzare immediatamente la sparata “intempestiva” del suo dirigente, liquidandola come una “provocazione” da attribuirsi solo al suo legame con “il patrimonio del nostro territorio”. Anche a lui dovremmo dare il beneficio della buona fede? Non la pensa così il Consigliere provinciale Miroddi che interviene nella querelle intimando “giù le mani dalla Venere” e dichiarando: “Ci manca solo che nella vicenda della Venere, grazie a simili sciocchezze, si scateni una guerra tra campanili! Non varrebbe la pena neppure di commentare le sue (di Galati) affermazioni… delle due l’una: o Galati non lo sapeva (che la Venere non può essere montata e rimontata) e dunque prima di spararle grosse è il caso che si documenti o, se lo sapeva, mostra di essere in malafede!”.
Ci uniamo all’architetto Caruso, che ha invitato il professore Tesoriere a visitare il Museo di Aidone per rassicurarsi sul destino della dea, ed estendiamo l’invito al dott. Galati e a tutte quelle persone che sono sinceramenete preoccupate; vedranno una sala bella e luminosa, ampia poco più di 50 mq con un soffitto alto oltre quattro metri, oggi l’ambiente più ampio del Museo, in cui la Dea, che da questo momento forse faremmo bene a chiamare Demetra, sarà valorizzata in tutto il suo splendore, accompagnata da quei reperti che ne raccontano meglio il ruolo e la storia nel contesto che le è proprio, quello della città greca che l’ha desiderata, invocata e onorata nei suoi templi; qui saprà raccontare a noi visitatori la pietas dei nostri avi, l’amore dei cittadini di Morgantina per “la dea veneranda, dai magnifici doni, apportatrice di messi” cantata dal divino Omero.
Come ha scritto nel libro degli ospiti Vittorio Sgarbi, che la sera dell’undici gennaio, nonostante l’ora tardissima, ha voluto visitare il museo e rendere omaggio agli Argenti di Eupolemo e agli Acroliti delle dee, il nostro è un “Poetico Museo, anche senza dive”.
 

Franca Ciantia