L’illusione fomenta l’attesa, un’amara consapevolezza cementa un piano di vendetta punitiva che non risparmierà né vittime né carnefici. Nel mezzo la speranza di giungere ad un compromesso: la paziente accettazione dell’estranea, della “maga turca” portata come trofeo dalla guerra di Troia, dal vittorioso Agamennone, il re degli Achei.
Una geometria di passioni e tradimenti, questa, che rende protagonisti Clitemnestra, Cassandra e Agamennone, di una contesa triangolare dell’amore che non può che sfociare nella tragedia ; monologhi verbali, gestuali e spaziali li pongono in un continuo relazionarsi armonico e conflittuale che non trova soluzione e non lascia in pace lo spettatore, incalzato dal gioco di luci e dalle musiche di Corelli, Grieg, Mahler, Hindemith, Zimmer, Tartini. Maestosi e versatili i 3 interpreti: Cinzia Maccagnano è una fragile e imprevedibile Clitemnestra, che modula con la parola la gestualità delicata e decisa di un Aurelio Gatti che assume con maestria il difficile ruolo di rappresentare un Agamennone vincitore e vinto, e a sua volta, accompagna Luna Marongiu , l’indovina Cassandra; nella sua danza fatale verso la fine; verso la meraviglia del pubblico di Castelvetrano che ha riempito nel pomeriggio del 21 gennaio, il Teatro Selinus di numerosi giovani delle scuole medie superiori e d anche studenti dello storico Istituto dell’I.N.D.A.
Livia D’Alotto
foto Maria Catalano