Rifiuti. AssoUtenti: OO.SS. interesse a salvare posti lavoro o assunzioni fatte nel tempo?

“In Sicilia il settore dei rifiuti si caratterizza perché esso stesso organizzato per delinquere. E’ la più eclatante manifestazione della legge dell’illegalità, cioè l’illegalità si è fatta norma che permea negli aspetti più minuti e capillari qualsivoglia aspetto afferente al ciclo dei rifiuti. Il sistema si pone come obiettivo non già lo smaltimento dei rifiuti, ma il “non smaltimento” dei rifiuti medesimi”. In queste poche righe estrapolate dalla relazione della commissione di indagine parlamentare sui rifiuti in Sicilia, presieduta dal Sen. Pecorella c’è il senso di come vanno le cose in Sicilia, Enna compresa. Queste le affermazioni di Pippo Bruno, Consigliere comunale ad Assoro e rappresentante di AssoUtenti per la provincia di Enna.
Bruno continua con delle accuse ben precise: “A nulla valgono le indicazioni della Corte di Cassazione, sezione seconda penale depositata presso la cancelleria il 10.01.2011 con la quale viene annullata l’ordinanza del Tribunale di Enna che dissequestrava i beni dell’ATO EnnaEuno s.p.a. e che indica la necessità di nominare un commissario giudiziale per un anno, onde evitare il ripetersi degli illeciti che sono stati commessi.
A nulla volgono le indicazioni della legge 9/10 della regione Sicilia art. 15 c. 7 perché è già in atto il tentativo di aggirare la legge per garantire non i posti di lavoro ma le sistemazioni clientelari che nel tempo si sono realizzate.
Le organizzazioni sindacali hanno l’interesse di salvare i posti o le assunzioni fatte nel tempo?
Ed i partiti, a cui, pur, faccio parte, cosa fanno? Sono per il rispetto delle leggi o stanno a guardare le violazioni delle leggi in attesa magari di sedersi come commensali della spartizione? Certo è emblematico come tutto procede nella illegalità voluta da pochi ed accettata dall’ignavia dei molti. Tutto ciò alla fine porta allo sfascio dello Stato come sta avvenendo in Tunisia o Albania, noi non siamo nelle stesse condizioni ma occorre porre un freno al dilagante malcostume che umilia i cittadini che auspicano un corretto e lecito rispetto del diritto. Gli appelli della Chiesa ad una moralità delle istituzioni non sono legati ai gossip del momento, vanno ben oltre ed in questo nessuno è scevro da colpe. Allora, necessita una netta inversione, rispettiamo la legge 9/10, azzeriamo tutto e riassumiamo con concorsi pubblici il personale strettamente necessario con stipendi equi e non certo con sette o quattro mila euro mensili dei dirigenti che appesantiscono i costi che i cittadini dovrebbero pagare e che li induce alla marea di ricorsi e di mancati pagamenti”.