Enna. Scorie a Pasquasia? riapertura o propaganda

Enna. Verrà riaperta la miniera di Pasquasia? Ed ancora, ci sono effettivamente le scorie o si è trattato di propaganda? Queste domande nelle ultime settimane sono state ricorrenti nella mente di tanti cittadini ennesi che stanno seguendo con interesse l’evolversi della vicenda legata alla bonifica ed eventualmente l’apertura del sito minerario che per decenni ha dato lavoro ad oltre mille operai. Proprio per l’importanza che questo sito riveste per l’intero territorio ennese – ma anche siciliano – abbiamo sentito il parere di chi per anni ha lavorato a Pasquasia, nel sottosuolo ed anche nel monitoraggio dei macchinari e dell’intero indotto e la convinzione venuta fuori è che non ci sono scorie perchè materialmente impossibile. Scopriamo il perchè tramite la voce degli ex operai.
«Non credo sia possibile per diversi motivi – dice Santo Tamburella, 63 anni ed operai nel sottosuolo di Pasquasia -. Il personale lavorava su tre turni, il sabato e la domenica i meccanici e gli elettricisti facevano la manutenzione e quindi fino a domenica mattina c’era personale nel sottosuolo. Il secondo motivo è legato alla sorveglianza perchè c’era sempre un uomo nella portineria a controllare chi entrava ed usciva» dice Tamburella che spiega anche un altro importante motivo: «Da quando è stata chiusa la miniera tutto è rimasto fermo, nessuna manutenzione ed è difficile che qualcuno possa essere entrato perchè la conformità delle gallerie che portano all’interno è particolare, c’è un materiale friabile, la “carnallite” (un minerale, un cloruro idrato di potassio e magnesio ndr), soggetta a continuo movimento. A contatto col l’aria si gonfiava e il tetto si abbassava, quindi senza manutenzione è normale che si ostruisse il passaggio».

A rimarcare la tesi del no-scorie è pure Filippo Denaro, 64 anni, meccanico nel sottosuolo: «Per la conformazione della miniera è impossibile che siano state messe dopo la chiusura perchè senza la manutenzione le gallerie si sono chiuse da sole. I pozzi all’esterno non si possono chiudere ed in più si sarebbero notati movimenti strani. Purtroppo chi dice che non ci sono scorie passa per un bugiardo, ma sono certo che è così». E sempre in tema di scorie ecco le parole di un altro operaio, Mario Savoca, 63 anni, meccanico per la manutenzione al “trattamento”: «Non credo alla presenza di scorie perchè era impossibile metterle, semmai il problema dell’inquinamento è riconducibile alle ultime notizie sugli oli e sull’amianto. Ricordo che prima di chiudere – spiega Savoca – abbiamo messo tutti i mezzi e i macchinari in salvaguardia e scaricato gli oli mettendoli in sicurezza in appositi contenitori che con il passare degli anni si saranno deteriorati e fuoriusciti». Ma l’ex operaio dà il suo parere sulla fuoriuscita di oli da alcuni impianti: «Non può essere stato uno sprovveduto, è impossibile, chi non conosce questo tipi di impianti non può farlo. È più facile pensare ad un sabotaggio».
E c’è anche chi pone degli interrogativi come Enzo Puglisi, operaio all’esterno: «La commissione fa bene ad occuparsi del recupero ambientale di Pasquasia, ma c’è da chiedersi perchè dal momento della chiusura in poi chi aveva l’obbligo della messa in sicurezza non l’ha fatto? E poi chi doveva controllare che questo avvenisse dov’era? Cosa ha fatto?» dice senza giri di parole Puglisi che ricorda come le forze sociali abbiano spinto per la riapertura del sito. C’è un altro capitolo, secondo Puglisi, da capire: «Mi auguro che la ripresa avvenga, ma fino ad ora c’è stata solo propaganda, non si è parlato di progetti reali, se ci sono che vengano fuori. Nel caso in cui non si dovesse più riprendere l’attività estrattiva allora che si pensi a come sfruttarlo, penso ad esempio ad un sito per fiere o anche museo, purchè non si abbandoni, ma si ci pensi in questo momento». Gli anni della chiusura di Pasquasia furono tremendi per gli oltre mille operai che si unirono in proteste, scioperi e blocchi stradali che, però, non consentirono la ripresa del lavoro, una chiusura nata per dei contenziosi tra la Regione ed i privati che gestivano la miniera. Oggi che si parla di ripresa agli operai diventano gli occhi lucidi: «Prima di chiudere si disse che si poteva estrarre per altri 40 anni, io – dice Tamburella – spero che avvenga perchè darebbe una scossa al territorio»; «se ci sono le condizioni che ben venga la riapertura di Pasquasia, ne trarrebbe beneficio l’intera Sicilia» prosegue Savoca, mentre Denaro dice: «Abbiamo vissuto come un malessere la chiusura e una sua riapertura significherebbe avere oltre mille posti di lavoro».

interviste di William Savoca