Albergo diffuso: prospettive per Troina

Troina. A pensarci bene, per i paesi dell’ennese di antico insediamento, se va in porto il progetto di legge sull’albergo diffuso, di cui si parla da alcuni giorni in provincia, che la Confartigianato di Enna ha presentato all’Assemblea regionale siciliana, potrà rivelarsi una buona cosa. Troina è uno di questi paesi di antichissime origini che hanno un patrimonio edilizio di cui il centro storico è una parte non trascurabile. Troina ha un territorio di 16.695 ettari. La superficie del centro abitato è di 105 ettari di cui 16 sono occupati dal centro storico. Senza contare le case che sono state costruite negli ultimi 20 anni in campagna, che non sono fabbricati rurali ma delle normali case di civile abitazione, e sono tante al punto che ormai si parla di “campagna urbanizzata”, Troina ha un patrimonio edilizio in grado di accogliere 19.600 abitanti, secondo la stima fatta nel 2004 dal gruppo di tecnici guidati dal prof. Paolo La Greca incaricato di redigere il nuovo Prg. A distanza di 7 anni, quella stima deve essere aggiornata al rialzo, perché nel centro urbano è continuata la costruzione di nuove case, mentre non si arresta la diminuzione della popolazione, che al 1° gennaio è scesa a 9.704 abitanti. Questo è tipico dei paesi in declino che si affidano all’edilizia d’espansione non già perché si prevede una crescita della popolazione, ma perché si è alla ricerca di abitazioni più moderne e comode. L’espansione edilizia in controtendenza con l’andamento della popolazione in diminuzione ha avuto come conseguenza lo svuotamento del centro storico Alla luce di questi dati, non è esagerato parlare di un vero e proprio spreco edilizio. “Sprawl” è il temine con il quale si indica un modello di urbanizzazione delle campagne disperso e a bassa densità che aggredisce la bellezza dei paesaggi sfigurandoli ed annullandone le caratteristiche identitarie sotto una massa di elementi artificiali anonimi e spesso di cattivo gusto. Che cosa fare delle case vuote che ricadano in quei 16 ettari di centro storico? Come farle tornare a nuova vita? E’ impensabile che i troinesi tornino ad abitarle, dopo aver speso un’intera vita di lavoro per costruire case nelle aree di espansione del centro urbano case a tre piani in cui all’appartamento del padre si aggiungono quelli per figli per lasciarli incompleti perché i figli sono andati a cercare lavoro altrove. Per scongiurare che vadano in malora quelle case del centro storico, l’idea di utilizzarle per farne un albergo diffuso non è da sottovalutare. Nel recupero del centro storico per attrezzarlo a questa nuova funzione di albergo diffuso, che è il simbolo di un nuovo modo di fare turismo e di vivere il territorio, si aprono prospettive di lavoro per molte imprese artigiane. L’edilizia e le attività complementari all’edilizia (falegnami e fabbri) possono ben orientarsi verso edifici vuoti ed abbandonati, nella ristrutturazione di edifici lasciati a se stessi o nella demolizione di vecchi edifici per far posto ai nuovi.

Silvano Privitera