Beni demaniali Sicilia: ricorso di regione a Corte Costituzionale
Enna-Cronaca - 10/03/2011
La Regione siciliana ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione contro le procedure di vendita di beni del demanio militare situati in Sicilia.
Caserme, fari (tra questi il Faro di Capo Mulini, nei pressi di Acireale (CT) e l’ex carcere militare di Palermo) sono stati inopinatamente inseriti nel decreto del settembre del 2010 che individua beni del demanio militare che il Ministero intende alienare a privati.
Va evidenziato, pero’, che gli stessi immobili, in quanto d’interesse storico – artistico, erano gia’ inseriti fra quelli che la Commissione paritetica Stato – Regione aveva favorevolmente esitato per essere trasferiti alla Regione.
L’assessore per l’Economia, Gaetano Armao, si e’ attivato nel dicembre del 2010 contestando la legittimita’ della procedura avviata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero della Difesa per evidenziare che tutti i beni demaniali esistenti in Sicilia, debbano essere assegnati alla Regione, come espressamente previsto dall’art. 32 dello Statuto, ad eccezione di quelli che interessano la difesa dello Stato, e per impedire che, nella circostanza, si consumasse anche una violazione delle prerogative statutarie. Il Ministero della Difesa ha ritenuto di procedere comunque alla pubblicazione dell’elenco dei beni da alienare senza stralciare quelli situati in Sicilia.
Il presidente della Regione, su proposta dell’assessore per l’Economia, per il tramite dell’ufficio legislativo e legale, ha cosi’ proposto ricorso alla Corte Costituzionale, ricorso che evidenzia come la procedura posta in essere dal Ministero della difesa violi gli articoli 32 e 33 dello Statuto, nonche’ il principio di leale collaborazione cui devono informarsi i rapporti tra Stato e Regione, richiedendo l’annullamento dell’elenco dei beni da alienare nella parte riguardante quelli che si trovano in Sicilia.