Pasquasia: Procura Repubblica dispone sequestro ex miniera. Indagati il presidente Lombardo e due assessori regionali

Sequestro e sigilli nella miniera di Pasquasia, un provvedimento arrivato su disposizione del Procuratore della Repubblica, Calogero Ferrotti, titolare dell’inchiesta. Custode giudiziario è stato nominato il professore Dario Ticali, esperto e consulente del Ministero dell’Ambiente.

Il professore Ticali, d’intesa con la Procura della Repubblica di Enna, sarà l’unico a poter autorizzare operazioni all’interno della miniera; con lo stesso provvedimento, inoltre, viene sollecitata la rimozione dei quintali di amianto e di olio elettrico esistente all’interno ed attivare con certa urgenza le procedure per la bonifica del sito tenuto conto dell’alto inquinamento intorno al sito minerario.

Il sequestro del sito arriva dopo che la Procura della Repubblica ennese ha aperto un’inchiesta e dopo avere sequestrato la documentazione riguardante la miniera sia presso l’Assessorato al Territorio ed Ambiente ed all’Energia, che dopo avere interrogato, da parte degli uomini della Digos, i funzionari regionali interessati.

Questo sequestro giudiziario protegge il sito minerario da possibili attentati e nel contempo sollecita la Regione Siciliana ad intervenire con procedure d’urgenza per la bonifica dello stesso.


Il presidente della regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e gli assessori alle Infrastrutture Piercarmelo Russo e all’Energia, Giosuè Marino sono indagati dalla Procura di Enna, nell’ambito dell’inchiesta sulla miniera di Pasquasia ridotta a una discarica di rifiuti speciali pericolosi. I reati ipotizzati dai magistrati, che oggi hanno disposto il sequestro del sito, sono quelli di omissione di atti d’ufficio e gestione di rifiuti non autorizzata.

“Rimango sorpreso dalla notizia dell’informazione di garanzia ricevuta dalla Procura della Repubblica di Enna in merito a presunte omissioni da parte mia sulla vicenda dell’ex sito minerario di Pasquasia, anche perchè vi ho prestato la massima attenzione sin dal mio insediamento avvenuto nell’ottobre scorso”.
Sono tuttavia molto sereno giacchè, con autonoma iniziativa, ho sin da subito richiesto ai miei uffici di relazionare in merito allo stato di tutti i siti minerari dismessi nel territorio della regione per verificarne le condizioni di manutenzione e di sicurezza”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica utilità, Giosue’ Marino.
“Sul sito di Pasquasia, in particolare – ha spiegato Marino – venuto a conoscenza dell’atto di sabotaggio che ha determinato la fuoriuscita di olio dielettrico nel dicembre scorso, ho anche dato con immediatezza precise disposizioni ai miei dipartimenti affinchè, nell’esercizio delle attribuzioni di loro esclusiva competenza, assumessero tutte le iniziative necessarie a scongiurare il rischio di contaminazione dell’area e a metterla in sicurezza”.
“Inoltre – ha proseguito l’assessore – ho tempestivamente e in più occasioni riunito intorno ad un tavolo tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione del sito minerario in questione, per l’individuazione con urgenza degli interventi da intraprendere da parte di ciascuno per la risoluzione definitiva delle problematiche relative alla complessiva situazione ambientale del sito in questione, esistente, come è noto, da tempo”.
“Grazie al mio personale intervento – ha aggiunto l’assessore – sono state già assunte dai soggetti competenti iniziative, non solo per superare l’emergenza, ma soprattutto per affrontare la complessa opera di bonifica dell’intero sito”.
“Ai magistrati di Enna che conducono l’inchiesta – ha concluso Marino – chiedero’ di essere ascoltato in tempi rapidi per fornire ogni utile elemento di conoscenza”.


Dichiarazioni presidente Commissione speciale, Consigliere provinciale Giuseppe Regalbuto
“La notizia del sequestro del sito minerario di Pasquasia per presunti gravi danni ambientali e l’avvio dei procedimenti giudiziari a carico del Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo e degli assessori della sua Giunta, Marino e Russo, è la naturale conseguenza di quanto è emerso in questi due anni dal lavoro svolto dalla commissione provinciale, sostenuta da tutto il Consiglio, e che ha registrato la giusta attenzione delle autorità giudiziarie. Ci auguriamo che il sequestro del sito predisposto dalla Procura di Enna dia un ulteriore e significativo input all’avvio da parte del Governo della Regione delle attività di bonifica e di messa in sicurezza della miniera. Un dato è oramai incontrovertibile quello del danno ambientale e delle conseguenze sulla salute pubblica. E’ questo certamente per noi un risultato che premia il lavoro fin qui svolto e che ci fa sperare concretamente e realisticamente alla possibilità di riutilizzare il sito. Siamo fermamente convinti che esistono ancora oggi le condizioni affinché Pasquasia possa ritornare ad essere produttiva e leader a livello mondiale” .