Il pollo sultano nidifica a Pergusa

Enna. Dopo 29 giorni di cova si sono schiuse le uova che un pollo sultano (porphyrio porphyrio) aveva deposto all’inizio del mese di marzo in mezzo al canneto della R. N. S. del lago di Pergusa. L’evento è stato documentato con foto e video dalla dr.ssa Rosa Termine, biologo dell’Università Kore di Enna, che da diversi anni segue l’evoluzione della popolazione di questo rallide, insediatosi spontaneamente nel 2006 presso la Riserva. Dai censimenti che l’Università Kore periodicamente effettua, era già nota la crescita numerica del Pollo sultano, facendo pensare alla sua nidificazione; infatti erano state censite 2 coppie nell’estate del 2008, 4 coppie nel 2009 e 5 coppie nel 2010, anno durante il quale erano stati anche osservati dei giovani.
La documentata nidificazione rappresenta un evento di estremo interesse scientifico, tanto che la Kore farà una comunicazione al XVI Congresso Italiano di Ornitologia, poiché questa specie, la cui biologia è tuttora poco studiata per le sue abitudini elusive, in Sicilia non era mai stata ripresa in nidificazione (dalla cova alla schiusa delle uova). Inoltre, normalmente occupa le fasce altimetriche comprese tra 0 e 370 metri s.l.m., lungo le aree umide costiere. La sua colonizzazione e addirittura nidificazione a Pergusa, che ha un’altimetria di circa 700 metri, stabilisce un primato altimetrico europeo che si sta studiando nel dettaglio.
Questo uccello, dal piumaggio blu metallico, lunghe zampe rosso corallo e un becco triangolare robusto con placca, anch’essi rosso brillante, ha un profilo singolare; pesa da 700 grammi a 1 kg ed ha un’apertura alare di quasi 1 metro. Esso è protetto dalla Legge 157/92, dalla Direttiva “Uccelli” 409/79/CEE e dalla Convenzione Internazionale di Berna del 1979.
Il Pollo sultano, rappresentato in uno dei mosaici di Piazza Armerina, in Sicilia si estinse negli anni ’50 a causa della caccia sfrenata (le fonti storiche dei primi del ‘900 riportano di 1.500 esemplari cacciati ogni anno solo nel Biviere di Lentini) e delle bonifiche di molte zone umide.
Data la sua indole sedentaria, era difficile che dalla Sardegna o dal Nord Africa potesse arrivare autonomamente per ricolonizzare la Sicilia; pertanto nel 1997 l’ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS), oggi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) del Ministero dell’Ambiente, e la Lega per la Protezione degli Uccelli (LIPU) avviarono in Sicilia un progetto di “Reintroduzione del Pollo sultano”, finanziato dall’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, dopo uno studio di fattibilità del progetto stesso. La reintroduzione fu avviata nell’ottobre del 2000 con l’immissione, presso l’Oasi del Simeto, il Biviere di Gela e le saline di Siracusa e fiume Ciane, di 120 Polli sultani, tutti provenienti dalla Spagna e tutti inanellati. Lo scopo del progetto era quello di permettere alla specie di insediarsi in tutti gli altri ambienti umidi della Sicilia. I risultati ad oggi conseguiti sono soddisfacenti; la maggior parte delle coppie nidificanti (circa il 90%) si trova in provincia di Catania, all’interno delle zone umide della Riserva Naturale Oasi del Simeto, nell’invaso di Ponte Barca e in altre zone umide minori. Riproduzioni sono state rilevate anche in corrispondenza degli altri siti di rilascio e lungo la costa sud-orientale della Sicilia. Nel 2009, altre osservazioni sono state effettuate lungo la costa centro-meridionale e occidentale della Sicilia, come ad esempio a Mazara del Vallo (TP); segno che la specie si sta progressivamente espandendo in altre aree dell’Isola, seguendo la fascia costiera e i principali corsi d’acqua.
Oggi il suo areale comprende le coste del Mediterraneo occidentale: Tunisia, Algeria, Marocco settentrionale, Spagna meridionale, Sardegna occidentale e Sicilia.
La presenza della specie e la sua nidificazione a Pergusa è indice del benessere di cui oggi gode l’Area Protetta e dimostra ancora una volta che la Provincia Regionale di Enna, Ente Gestore della Riserva, con la collaborazione della Stazione Siciliana di Inanellamento diretta dal prof. Bruno Massa dell’Università di Palermo, assolve in pieno ai compiti istituzionali di tutela degli uccelli.