Piazza Armerina. Strisce blu: Una sentenza che fa storia ed una storia da dimenticare

Piazza Armerina. Il Giudice di Pace della città dei mosaici ha accolto un ricorso promosso dall’Associazione “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo”, avv. Roberto Sardella, contro la sanzione elevata sulle zone di sosta a pagamento (c. d. “strisce blu”), annullando il verbale irrogato dagli addetti alla sosta.
Alessia Di Giorgio dell’Associazione Antimafia “Emanuele e Leopoldo Notarbartolo” ha inviato la seguente nota in merito all’evento, che per dovere di cronaca riportiamo integralmente:

“Una storia amara, questa delle “strisce blu”, resa ancora più triste dalla bieca determinazione con la quale l’Amministrazione comunale ha dapprima calpestato i diritti degli utenti, fregandosene delle legittime rivendicazioni dei tanti destinatari del provvedimento, per poi arrivare addirittura a snobbare il consiglio comunale, massimo organo rappresentativo della comunità, al quale è stato impedito di occuparsi, come invece era lecito aspettarsi, della problematica.
Con queste premesse, era inevitabile la genesi delle tante storture che hanno accompagnato il piano dei parcheggi a pagamento.
Già fin dalle prime ore della sistemazione della segnaletica, aveva lasciato perplessi l’ubicazione delle “strisce blu” in vicinanza di siti dove francamente era difficile giustificarne la presenza (persino vicino alle chiese ubicate in pieno centro storico!!!), non potendosi invero riscontrare quelle particolari ragioni di traffico che ne giustificavano la collocazione.
Ma ancora di più, aveva destato profondo sconcerto la scelta di istituire un numero di stalli molto più alto di quello originariamente previsto dal piano urbano del traffico, per non parlare poi dell’incidenza negativa delle zone di sosta a pagamento su alcuni esercizi commerciali (vedasi i punti vendita di Piazza Falcone Borsellino), che si sono visti privare di un numero non indifferente di avventori con conseguenti ricadute sul piano dei guadagni.
Proprio un bel modo di promuovere l’economia di un Paese!
Credo che a questo punto sia evidente, e sono costretta a dirlo con grande rammarico, che nella logica “nigrelliana” questo strumento avesse assunto delle finalità del tutto aliene da quelle che ad esso potevano legittimamente assegnarsi.
Alla fine è fin troppo chiaro che l’istituto giuridico in questione è divenuto una occasione (l’ennesima) per scaricare sulla collettività i costi dell’impiego di qualche unità di personale, senza peraltro garantire a tutti l’accesso alla posizione lavorativa in condizioni di parità e senza un regolare concorso (ancora oggi non si è capito con quale selezione sono stati scelti gli addetti alla sosta).
Ha mostrato dunque di tenere ben ferma la lezione del suo maestro Crisafulli l’attuale Sindaco, facendo della gestione delle strisce blu un ATO in miniatura, ed anzi persino superando nella prepotenza amministrativa il suo pigmalione, che aveva commesso degli errori nella gestione delle tariffe dei rifiuti solo perché non adeguatamente preavvisato delle conseguenze nefaste che ne sarebbero derivate.
Nigrelli, invece, pur essendo stato bene informato del fatto che la determinazione tariffaria rientrava fra le competenze del consiglio comunale, non ha ritenuto opportuno intavolare con i consiglieri alcun dialogo che non fosse lo scambio di rime pietrose maturato in occasione delle riunioni dedicate alla problematica, dando piena mostra della rara tracotanza di cui è capace, specie quando decide di svestire i panni ammantati di buonismo e di ipocrisia che evidentemente gli vanno sempre più stretti.
Continui dunque su questa strada il Sindaco, continui a calpestare la legalità, ovvero l’efficienza amministrativa, ovvero, ancora, congiuntamente entrambe, come ha fatto in occasione dell’approvazione del piano regolatore, della costruzione della sede dell’Istituto Magistrale, della fiera del bestiame, del mercato settimanale, ecc..
Non è lontanissimo il giorno in cui raccoglierà tutti insieme i frutti del suo lavoro, e sarà defenestrato, e speriamo anche prontamente dimenticato, da una città che aspetta da troppo tempo di essere amministrata secondo canoni di efficienza e legalità.
Nel frattempo, rimanga acquisita alla coscienza collettiva la storica decisione dell’organo giudicante, la quale ha sancito il principio che la pubblica amministrazione non ha solo il diritto di pretendere l’osservanza dei precetti che essa stessa stabilisce, ma anche il dovere di osservare le regole di limitazione della sua discrezionalità che il legislatore prescrive a garanzia dei cittadini.
Sono decisioni come queste a sostenere la speranza che chi governa non possa calpestare a piacimento i diritti, e con essi, anche la dignità dei cittadini.
Sono decisioni come queste che fanno ancora sperare che la magistratura possa continuare ad esercitare la funzione principale che ad essa è costituzionalmente assegnata: quella di eliminare le patologie del sistema, ripristinando la legalità violata e con essa la democrazia.
A questo punto, siano i consiglieri comunali a ritornare nuovamente a combattere per chiedere l’annullamento in autotutela di questo bando e l’avvio di una nuova procedura per l’affidamento del servizio.
La giustizia ha fatto pienamente la sua parte, la politica sappia fare la propria!”.