Cisl Sicilia: rischio di una finanziaria consegnata alle pressioni elettorali e clientelari

La Cisl chiede che “governo della Regione e Ars scongiurino il rischio di una Finanziaria prigioniera delle lobby elettorali e clientelari dell’Ars”, e indica tre priorità per la ripartenza dell’economia. Sono: un fondo per rafforzare il patrimonio delle piccole e medie imprese “garantendone l’autonomia di gestione”. L’adozione dei contratti d’insediamento produttivo per “attrarre investimenti dall’Italia e dall’estero in aree strategiche per lo sviluppo della Regione”. Norme di “razionalizzazione e ristrutturazione del sistema formativo regionale, come sancito dall’accordo-quadro siglato la scorsa settimana da governo e parti sociali”. Le tre priorità, la Cisl chiede siano inserite nel maxiemendamento alla Finanziaria regionale annunciato stamani dal governatore Lombardo. Il sindacato si augura che “all’annuncio del presidente della Regione corrispondano ora poche misure in grado di far ripartire l’economia”. “Lo stop a ogni intervento di sviluppo registrato dall’esecutivo l’altro ieri sera – scrive la Cisl – ci aveva enormemente preoccupato: dava la misura di un governo senza strategia, scippato di ogni politica per il lavoro e le imprese e in balìa delle lobby dell’Ars”. Quanto dichiarato stamattina dal governatore, riapre invece uno spiraglio. “Il bilancio è ingessato – osserva la Cisl – ma la Sicilia ha bisogno urgentemente di scelte di sviluppo: pochi interventi che diano davvero il senso della ripartenza nelle politiche per il lavoro e per l’economia”.
Quanto alle proposte, la Cisl spiega che il fondo richiesto, per potenziare il capitale di rischio delle piccole e medie imprese, dovrà essere destinato “alle aziende ad alto contenuto innovativo, sia di processo che di prodotto, e a quelle che investano in innovazione e nel settore delle energie rinnovabili”. I contratti d’insediamento per aree che il sindacato chiede siano individuate “attraverso un atto di governo e la concertazione tra le parti”, dovranno promuovere occupazione e produzione. Potranno essere finanziati mediante i contratti di programma e i fondi Fas. In particolare, nelle aree individuate, afferma la Cisl, dovranno essere assicurate: “agevolazioni fiscali (dal credito d’imposta al fisco di vantaggio), incentivi finanziari, semplificazione burocratica, infrastrutture, servizi logistici, agevolazione per programmi di ricerca e formazione collegati all’investimento, e contratti di sicurezza”. La riorganizzazione del settore della formazione dovrà passare per l’istituzione di un fondo di garanzia per il personale, attraverso incentivi ai prepensionamenti, la definizione di un ruolo unico a esaurimento e il via alla riqualificazione dei lavoratori.