Enna anniversario liberazione: corona di fiori sulla tomba di Pompeo Colajanni

Enna. Anche quest’anno il 25 aprile, 66° anniversario della liberazione del Paese dal nazifascismo, i militanti del Partito della Rifondazione Comunista alle ore 11.30 porranno una corona di fiori sulla tomba di Pompeo Colajanni, il leggendario comandante partigiano “Barbato” che fu alla testa dei 25 000 uomini che liberarono Torino.

“Il 25 aprile per noi – afferma Carmelo Albanese, della Segreteria provinciale del PRC – non è solamente il giorno del ricordo, pur importante perché conoscere e ricordare ci aiuta a comprendere chi siamo e da dove veniamo. Celebriamo questa data innanzitutto perché gli eventi che culminarono il 25 aprile ’45 ci forniscono una categoria interpretativa di straordinaria attualità. In particolare la Resistenza antifascista insegna l’importanza di una lettura internazionale dei processi politici, soprattutto quando questi producono catastrofi, come la vicenda dei fascismi e della guerra hanno dimostrato. La lotta partigiana, d’altronde, fu un fenomeno europeo, pur con le specificità nazionali, e di certo quella italiana fu tra le più avanzate. Non a caso, tra le Carte fondamentali scritte nel secondo dopoguerra, la nostra è l’unica a fare un chiaro e preciso riferimento alle relazioni internazionali, aborrendo la guerra “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questo dettame era ben chiaro a Pompeo Colajanni il quale, proprio per dedicarsi totalmente alla causa della pace e, in seguito, con Pio La Torre, a quella contro l’installazione dei missili Cruise a Comiso, decise di abbandonare definitivamente la politica istituzionale”.

La necessità storica della liberazione dei popoli dalle occupazioni straniere è, inoltre, l’altro grande tema che la Guerra di Liberazione nazionale italiana consegna. Per questa ragione quest’anno, recandosi nella tomba di Colajanni, i militanti di Rifondazione indosseranno la kefiah, simbolo del popolo palestinese in lotta per la propria autodeterminazione contro la violenza dello Stato d’Israele.

“Non è la prima volta che nelle celebrazioni del 25 aprile ricordiamo la vile occupazione d’Israele sui territori palestinesi – spiega Albanese – . Lo abbiamo fatto nel 2002 quando, nel silenzio dei media occidentali, le cicliche aggressioni dell’esercito terrorista del presidente israeliano Sharon facevano strage di bambini e popolazioni inermi. Vogliamo farlo quest’anno nel nome del compagno Vittorio Arrigoni, il corrispondente del “Il Manifesto” ucciso qualche giorno fa che dalle colonne del quotidiano per il quale scriveva, così come dal suo blog, raccontava periodicamente l’inferno che i suoi occhi vedevano in terra di Palestina. Molti, purtroppo, hanno saputo del lavoro umanitario di Vittorio solo dopo che si è compiuta la tragedia, ma noi lo conoscevamo bene perché assieme, con l’International Solidarity Movement, nella Freedom Flotilla, abbiamo partecipato alle missioni umanitarie nel tentativo di aiutare le popolazioni della Striscia di Gaza assediata dall’esercito israeliano. Tra qualche giorno, peraltro, sarebbe dovuto venire in Sicilia per partecipare ad una iniziativa contro l’occupazione dei territori. Il nostro 25 aprile, dunque, sarà dedicato a Vittorio e a tutto il popolo palestinese che, nell’indifferenza delle potenze mondiali, ancora resiste e lotta”.