Piazza Armerina. Morte bambina: disgrazia, sfortuna e intolleranza

Piazza Armerina. Disgrazia, sfortuna, intolleranza nella vicenda di una signora di 29 anni, G.A., che ha perduto la bambina. Questa vicenda arriva proprio nel momento sbagliato visto che da qualche mese a questa parte si parla tanto e si critica tanto per la chiusura dei reparti di ostetricia di Leonforte e Piazza Armerina.
La signora armerina, G.A., ha perso la propria bambina dopo 41 settimane di gravidanza. La signora G.A. all’inizio era seguita dallo staff medico del reparto di Ginecologia dell’Ospedale Chiello e si trattava di una gravidanza a rischio in quanto la signora soffriva d’ipertensione ed edema, si tratta di due patologie che i medici chiamano Preclampsia; successivamente la signora veniva seguita dallo staff medico del reparto di Ostetricia dell’Umberto I. I medici le hanno somministrato una cura che consentiva di tenere bassa la sua pressione arteriosa. Verso il 10 aprile la signora G.A. veniva ricoverata ad Enna perché continuava ad avere problemi con la pressione. Lo scorso 23 aprile tornava all’Umberto I di Enna per disturbi legati alla pressione arteriosa. I medici le consigliavano il ricovero che G.A. rifiutava per cui firmava il registro d’uscita ed andava via (la conferma si è avuta dal dottor Emanuele Cassarà, direttore di presidio) . Dopo solo tre giorni, lo scorso 27 aprile, la signora avverte ancora una volta dei disturbi legati alla sua pressione e si reca all’ospedale Chiello di Piazza Armerina, dove le viene fatta un’ecografia e l’ostetrica che la sottopone all’indagine si accorge che il feto non ha più il battito cardiaco, le consiglia di rimanere per continuare gli accertamenti, ma la donna si alza e va via gridando, si reca nel reparto di Ostetrica dell’ospedale Umberto I dove le confermano, attraverso l’ecografia, che il bambino, poi risultata una bambina, non respira più. Probabilmente gli sbalzi della pressione arteriosa hanno provocato la tragedia. Ovviamente la morte del feto provoca pianti, isterie, proteste, probabilmente sarà presentata una denunzia per un episodio di mala sanità, anche se i medici del reparto ritengono di avere fatto tutto quello che è possibile per cercare di salvare il feto. Pare che sia stata presentata una denunzia alla magistratura e che la stessa abbia provveduto a fare sequestrare tutta la documentazione medica per cercare di avere un quadro completo della situazione. In una situazione complessa come questa c’è da andare cauti perché questi continui viaggi tra Piazza Armerina ed Enna, il rifiuto al ricovero hanno potuto provocare qualcosa di grave,che poi ha condizionato la vita della bambina. Il reparto e la direzione del presidio sono pronti a dare tutti i chiarimenti possibili e rimane sempre quell’errore di non essere rimasta in reparto, ad Enna, che era quello che consigliavano i medici.