Marchese ricorda il maestro Ingrassia di Regalbuto

Il medico Giovanni Filippo Ingrassia, l’“Ippocrate siciliano”, denominato anche il “nuovo Galeno”, ha trovato in A. G. Marchese, cultore di Storia dell’arte nell’Università di Palermo, un nuovo biografo, che consegna, con un aggiornamento culturalmente ineccepibile, un vero “maestro” ai medici del terzo millennio e a Regalbuto, in provincia di Enna, che così si onora di avergli dato i natali, come a Demetra.

I comuni di Chiusa Sclafani e Giuliana, in provincia di Palermo, noti per i centenari che l’abitano, studiati dal Marchese, e per i monumenti (castelli, chiese, conventi, riserve, parchi) lasciati, dai Normanni, dagli Aragonesi, dai Benedettini e dai Francescani, dai Cardona (Don Alfonso II fu conte di Chiusa e marchese di Giuliana) e costruiti dalle Confraternite laicali, non tarderanno a preparare il gemellaggio con Regalbuto per celebrare l’Ippocrate siculo, il “divino” Ingrassia, lettore di medicina teorica e anatomia nell’Ateneo di Napoli (1544-53), studiato dallo storico del circondario corleonese e di molti comuni sicani.

E potranno scoprire una ricchezza di informazioni e di documenti, che aprono nuovi percorsi di ricerca sui medici scienziati della Sicilia e piste inesplorate per gli storici isolani alla scoperta della vera identità della Regione e della umanità di alcuni maestri della medicina, nonché della storia culturale, scientifica, letteraria di un entroterra dell’Isola, tutto da scoprire e valorizzare.

E tutto questo in un momento in cui, per la crisi economica della Regione e degli Enti locali cade
la scure su molte strutture ospedaliere dell’Isola (Palazzo Adriano, Corleone, Lercara, Petralia, Salemi, ecc) che hanno fornito assistenza sanitaria ai cittadini delle aree siciliane della Regione meno servite da infrastrutture stradali e ferroviarie, mentre regna una notevole tensione nel mondo medico.

Da qui l’attualità del tema e del soggetto affrontato da A.G.Marchese e quel puntiglioso apostrofe a Leonardo Sciascia, da parte dell’autore, nella premessa al volume su Ingrassia, che allo Steri di Palermo è stato recentemente presentato dai professori universitari,A. Salerno, A. Gerbino, S. Amato, R.La Galla. (1)
Giustificata, al riguardo, nella introduzione del volume, la veritiera umiltà, con cui l’autore ricorda “alcune personalità di sicura levatura europea, nel campo della medicina e della scienza, come per citare i medici, Giovanni Alfonso Borelli, messinese, Giovanni Battista Hodierna di Ragusa, astrologo e biologo premalpighiano, Silvio Boccone da Sciacca, Francesco Cubani da Mirto (Messina), Filippo Arena da Piazza Armerina, Agostino Scilla da Messina, e il chimico Stanislao Cannizzaro.

Una pista ancora da esplorare, lungo i secoli, da parte degli studiosi e chissà se non dallo stesso A.G.Marchese.

E chi è stato, nella sua vita politica, come lo scrivente, per qualche tempo, a presiedere l’Istituto Superiore della Sanità e da sottosegretario del Ministero alla Sanità, a trovarsi, nel pieno della fase costituente della moderna riforma sanitaria del Paese, a partecipare alla mediazione tra le forze politiche per assicurare a tutti i cittadini un servizio sanitario nazionale, voluto dalla costituzione repubblicana, comprensivo di prevenzione, cura, riabilitazione, ricerca, non può che rallegrarsi
dalla lettura dell’ultima fatica storico-letteraria di A.G.Marchese.

Lo storico-letterato, da medico, continua la nobile tradizione dei medici scrittori della Sicilia da Meli, a Pitrè, a Salomone Marino, a Caronia, a Giuffrè, a Li Voti, Pavone, Craparotta, Mangano, Di Giorgio, ai contemporanei D’Aquila, Ascoli, Serraino, Bonsignore, Ingrassia, Leo, Cardinale, La Galla, Gerbino, animati da istanze professionali, culturali, letterarie e sociali.

Marchese non è nuovo ad affrontare i temi della medicina e della farmaceutica con taglio di storico attento agli eventi passati e della contemporaneità (3), quasi per un completamento della formazione e della professione medica ed una apertura al rapporto sociale della branca del sapere umano, a servizio del corpo e della socialità di una attività, che, nel tempo presente, rischia i condizionamenti del mercato, della tecnica, dei costi, delle strutture e talora degli interessi speculativi, autoreferenziali.

Abbiamo ricordato, in altre occasioni, gli studi del Nostro sui centenari di Giuliana (4) e del circondario, sulla vita delle antiche farmacie, (5) sui medici storici di Chiusa Sclafani, (6) e le riflessioni sulla solidarietà da parte delle amministrazioni comunali, prima dell’unità d’Italia, anche quando i bilanci erano a poche cifre e, per i bisogni dei poveri e degli ammalati delle comunità amministrate, i benestanti si prestavano ad offrire ai comuni i mezzi finanziari necessari alle prestazioni urgenti assistenziali attraverso prestiti a basso interesse (7).

Con note precedenti, riprese con interesse dai giornali on line,vedi www.vivienna.it, e dai motori di ricerca di internet, alla voce Ferdinando Russo e A.G.Marchese, abbiamo rappresentato e commentato detti scritti (8). Ora con il saggio storico su Giovanni Filippo Ingrassia, con la ricca bibliografia che il Nostro, propone con la sua ricerca, attraverso un recupero (quasi antologico-documentario e/o documentaristico), rivive una delle personalità mediche più illustre del panorama europeo, dalle origini regalbutesi della meravigliosa Val di Noto.

E Marchese segna il profetismo coraggioso, che, nel campo accademico e sanitario, incarna e testimonia questo studioso operatore che ci ha preceduto di quasi mezzo millennio e stimola ancora ricerche,approfondimenti, condivisioni, nel mondo sanitario e nella società intellettuale, che affronta il tema della salute.

Ingrassia ha lasciato ai medici, ai docenti, agli operatori della sanità, scritti, lezioni, insegnamenti,validi alcuni ancora oggi, per la Sicilia, come per il resto del Paese e per l’Europa, ove ha insegnato ed operato, quasi a sancire, nel sottofondo dell’opera di Marchese, nel 150° delle attuali celebrazioni l’unità d’Italia nel tempo arcaico della nostra storia, da sempre culturalmente unitaria, contro tutti i pregiudizi antimeridionalisti, di nuova devastante intonazione politica.

Questo geniale Ingrassia, medico eccelso del Rinascimento, per Gerbino, (9) come vuole ricordarci Marchese nella premessa al saggio, “si impose per la sua ampia connotazione scientifica e organizzativa” e ciò acquista senso di profetismo “in un momento, in cui la medicina come “scienza” ha cambiato ancora una volta il suo kuhniano “paradigma “con l’avvento dei trapianti d’organo e lo studio delle staminali umane, mentre la medicina come “arte“, nella sua valenza olistica, va perdendo di vista sempre più il malato a favore della malattia, anche se, sulla scia del pensiero di Novalis, il grande poeta tedesco del 700, si potrebbe affermare che c’è anche malattia nella salute e salute nella malattia”.

Questo fondatore siciliano della moderna medicina ci auguriamo che venga conosciuto dai contemporanei, cosi come lo presenta la copertina del volume di Marchese, edito da Flaccovio
nella prestigiosa collana “Siciliani”, con l’orgoglio di un corregionale, che ha dato”importanti e pionieristici contributi nel campo dell’anatomia, dell’epidemiologia, dell’oncologia e della teratologia”.
Ingrassia è ricordato da Marchese anche come protomedico di Palermo e del viceregno di Sicilia, tenace combattente della malaria e dell’epidemia di peste, che colpì l’Isola nel 1575.
Agli ambientalisti ed agli ecologisti non dispiacerà che si occupò tra i primi di polizia sanitaria
ed è considerato fondatore della medicina legale e dell’etica professionale ad essa connessa,
lasciata quasi in eredità ai suoi cultori.
La scienza nell’illustre cattedratico si sposò sempre con la socialità della professione e tenere conto
di tale memoria, studi e comportamenti, ai nostri giorni, non può che ridarci speranza nelle
misteriose e naturali potenzialità e risorse umane, racchiuse nella storia della medicina italiana.

Ferdinando Russo
onnandorusso@libero.it

1) A.G.Marchese, Giovanni Filippo Ingrassia, S.F.Flaccovio s.a.s. Palermo 2010, con ritratto in copertina di V.Brai
2) F.Russo –Documenti sedute Commissione sanità-camera deputati eCentro Studi Ministero Sanità, Roma, 1979-1980
3) A.G.Marchese, Il serpente di Esculapio.Medici,chirurghi e speziali a Chiusa Sclafani,nella prima età moderna, da Giovanni Filippo Ingrassia a Francesco Di Giorgio, Ila Palma, Palermo, 2006
4) A.G.Marchese, Medici ebrei nella Sicilia rinascimentale:il caso di Giuliana in Arieti S., Gli Ebrei e la pratica della medicina in Italia,dal Medioevo all’età contemporanea, Atti del Convegno di studi di Bologna (6, giugno 2010) c.s.
5) G.Pitrè, Medici,chirurghi,barbieri e speziali antichi in Sicilia,secoli XIII-XVIII,introduzione di A.E.Cardinale, a cura di A.Fragale, I.Cardella, ed.nazionale delle opere di Giuseppe Pitrè, documenta. Ila Palma Palermo, 2006
7) A.G.Marchese, I conti civici di Giuliana,1784-1810-Ila Palma, Palermo, 2008
8) F.Russo in articoli vari in www. google.it, alla voce Ferdinando Russo e A.G.Marchese, in www.vivienna.it, oppure in www.facebook.com alla voce Ferdinando Russo-bacheca
9) Gerbino, in op.cit. (1) pag.10
10) G.F.Ingrassia, In Galeni librum de ossibus, Panormi,1603
11) G.Ingrassia, la Jatrapologia. Dalla medicina del testo alla medicina del corpo: il De tumoribus praeter naturam, Neapolis 1553.
12) P.Li Voti, Giovanni Filippo Ingrassia, figura emblematica della medicina e della sanità nella Sicilia del 500, Accademia Nazionale delle Scienze Lettere ed Arti,Palermo,1990
13) P.Li Voti, essere medico in Sicilia.Percorsi professionali attraverso venticinque secoli.Accademia Scienza Nazionale,Palermo 1988
14) F.Bruno.Profili biografici di medici letterati siciliani, Thule, Palermo, 2005
15) A.E.Cardinale, Medici in Sicilia, Ingrassia, Ippocrate dell’isola in guerra contro la peste, in Giornale di Sicilia,7-III-2004