Agira. Cda opera pia “Mariano Scriffignano Siscaro”

Agira. Il sindaco Gaetano Giunta con la determina sindacale ha deciso di sostituire uno dei componenti di sua nomina all’interno del Cda dell’opera pia “Mariano Scriffignano Siscaro” . Al posto del funzionario Siae Umberto Galtieri entra nel consiglio di amministrazione il 44enne Giuseppe Calì. Gli altri tre componenti designati dal sindaco lo scorso 8 settembre ovvero il 57enne Gaetano Sgroi, il 31enne Michele Palmisano e il 68enne Nunzio Provitina mantengono invece le loro funzioni.
La decisione del primo cittadino, che nel documento non viene motivata, è arrivata a seguito di due incontri durante i quali i quattro componenti di nomina politica e i due parroci che compongono il Cda in attesa della nomina di padre Pietro Scardilli (nella foto), che sostituirà il compianto padre Silvestro Nasca, non sono riusciti a trovare un accordo sul nome del presidente dell’ente. Nelle righe finali della determina il primo cittadino afferma che i 4 componenti (Calì e i tre confermati ndr.): “sono stati ritenuti in possesso dei requisiti di competenza, professionalità e moralità necessari all’incarico da ricoprire”.
Entro pochi giorni per loro dovrebbe arrivare la nomina da parte dell’assessorato regionale competente ma è atteso anche l’ok all’ingresso nel Cda di don Pietro Scardilli che completerà così il quadro dei tre sacerdoti previsti per statuto aggiungendosi a padre Silvio Rotondo (parroco dell’Abbazia) e a padre Roberto Zito (parroco dell’unità pastorale S. Margherita – SS. Salvatore). A quel punto il consiglio si riunirà nuovamente per l’elezione del presidente e questa volta viste le posizioni che si erano delineate negli incontri precedenti e la consistenza numerica delle parti in causa dovrebbe arrivare la tanto attesa “fumata bianca”. Dal documento emerge un altro dato importante: secondo il sindaco non sussistono i requisiti per trasformare l’opera pia in fondazione di diritto privato. Un parere contestato dai 3 sacerdoti che hanno interessato anche il vescovo della diocesi di Nicosia monsignor Salvatore Muratore. L’obbiettivo è quello di far rispettare la volontà della compianta Maria Scriffignano, la quale nel suo testamento previde una composizione del Cda a forti tinte clericali: tre parroci, il sindaco e il pretore. Una volontà che finora non è stata rispettata dalla classe politica locale. L’opera pia “Scriffignano” ha un patrimonio di diversi milioni di euro.

Luca Capuano