Per merito suo il Museo si è vestito a festa e ha guadagnato in ampiezza espositiva e razionalità.
Si è arricchito di una intera ala che ha un’area superiore, per ampiezza, a tutto il precedente settore espositivo del piano terra. La nuova ala comprende la saladella Dea, nella quale la meravigliosa statua, restituita dal Getty, incombe in tutta la sua grandiosità e sacralità. Essa è stata completata con altri arredi e reperti (pochi a dire il vero, quasi a non volere disturbare la sua centralità): un’altra statua calcarea acrolitica e ad una statuetta di terracotta nella quale sono ben visibili gli attributi della dea, entrambe preziose per le informazione che ci offrono sulla tecnica e l’iconografia della nostra; in una vetrinetta sono esposti dei busti di Persefone, che ci raccontano quanto fosse esteso e capillare il culto di Demetra e Korea Morgantina, e alcuni frammenti della statua stessa restituiti da Getty: due dita del piede mancante, l’altra mano priva di braccio, entrambi in marmo pario, e alcuni frammenti del panneggio.
Nella stanza successiva sono esposti una parte dei reperti provenienti dall’edificio termale di contrada Agnese, uno dei siti più interessanti di Morgantina, di cui qualche anno fa è stato completato lo scavo e la copertura. L’edificio è uno dei pochissimi conservati di epoca greco-ellenistica – la maggior parte di edifici termali conosciuti sono di epoca romana- e presenta un’originale copertura a botte (sulle piscine), e a cupola (nella sala centrale), ottenuta con tubuli fittili ad incastro e poi intonacata e affrescata.omana- e presenta un’originale copertura a botte (sulle piscine), e a cupola (nella sala circolare), ottenuta con tubuli fittili ad incastro e poi intonacata e affrescata. La cupola, come ci rivelano alcuni frammenti dell’intonaco rappresentava la volta celeste, di un azzurro intenso, e le pareti, dipinte rosse, erano arricchite da edicolee sormontate da una larga cornice di cui resta un frammento affrescato con motivi mitologici.
Naturalmente ci sono poi tutte le altre sale che, almeno per ora, non hanno subito modifiche: la sala protostorica e accanto quella dei magnifici Acroliti con un interessante apparato didascalico sul sito di San Francesco Bisconti, un complesso di santuari da cui è quasi certo che provenissero la statua della Dea e gli Acroliti che coronavano le statue di Demetra e Persefone che qui venivano venerate.Al primo piano poi c’è la sala arcaica, con reperti provenienti dalla Cittadella, il sito della città greco-sicula, tra cui il prezioso cratere attico di Eutimides, e la sala ellenistica.
Dopo questo primo lavoro di ampliamento e restauro, forse finalmente si metterà mano ad un recupero totale ed ad un ampliamento esterno, per farne un Museo moderno ed accogliente, un centro di diffusione della cultura e della ricerca archeologica e, perché no, di arte del restauro.
Franca Ciantia