Enna. Processo a 57 imprenditori per turbativa

Il pm ha chiesto una sola assoluzione, il non luogo a procedere per 55 dei 113 indagati nell’inchiesta Cemento Armato. Secondo l’accusa i reati contestati agli indagati sono ormai caduti in prescrizione e pertanto non si deve procedere al processo a loro carico. Per tutti gli altri l’accusa ha invece chiesto il rinvio a giudizio. Tra questi, anche alcuni a carico dei quali è stata contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa e turbativa d’asta. A tenere la requisitoria, a 4 anni dall’apertura dell’udienza preliminare, è stato il pm Francesco Rio che in tutto ha chiesto il rinvio a giudizio per 58 indagati.
Pronunciati anche 7 non doversi procedere nei confronti di altrettanti indagati che aveva chiesto il processo con rito abbreviato e per i quali i reati sono comunque prescritti. Il pubblico ministero ha comunque ricordato in aula che gli indagati che desiderano avere una sentenza, ritenendo di potere essere assolti, possono comunque rinunciare alla prescrizione. Una breve requisitoria quella del giovane pm che in circa 30 minuti ha chiarito le motivazioni della sua decisione depositando poi la richiesta finale con il lungo elenco degli indagati per iscritto. Per l’accusa i risultati dell’articolata indagine condotta dalla polizia, sono chiari e palesi, si è assistito a un accordo tra imprese o gruppi di imprese che hanno per anni concordato le aggiudicazioni con offerte predisposte in maniera matematica.
Un sistema evidente come palesato dalla progressione numerica delle offerte, presentate con documentazioni identiche, buste identiche e solo lievi differenze nelle offerte tutte calcolate in modo da garantire, sulla media del ribasso l’aggiudicazione ad una delle ditte del gruppo. Perfino le polizze assicurative sono risultate tutte contratte presso la stessa agenzia assicurativa, la stessa busta, la stessa documentazione. Il pm ha chiesto l’assoluzione per Giuseppe Rubino di Leonforte. La maxi inchiesta “Cemento armato”, su un presunto “Cartello” di imprenditori aveva scoperto un sistema grazie al quale imprenditori di tutta la provincia avrebbero pilotato le gare d’appalto per lavori pubblici.
Tutti gli indagati, molti dei quali vennero arrestati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta ed alla truffa, hanno sempre negato di avere stipulato un accordo preventivo, contestando l’esistenza stessa del “cartello”. Alcuni dei fatti contestati risalgono ai primi anni del 2000, motivo per il quale sono caduti in prescrizione. Fissato il calendario per le arringhe dei numerosi difensori, che inizieranno giovedì prossimo quindi il gup dovrà decidere se disporre o meno il processo per quanti sono stati raggiunti dalla richiesta di rinvio a giudizio, ma dovrà anche valutare se procedere o meno alle archiviazioni per i reati ritenuti prescritti. Alla prossima udienza le difese dei 58 indagati per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio potrebbero chiedere il processo con rito abbreviato.
Giulia Martorana