Diminuiscono i cacciatori in provincia di Enna

Per tradizione ed anche per un ambiente più prosperoso, la provincia di Enna viene ritenuta una delle zone predilette dai cacciatori non soli siciliani ma anche di tutta Italia. Tutto questo non toglie che l’attività venatoria risulta essere in crisi, anche per motivi economici, perché mantenere questa passione costa e parecchio. I dati ufficiali, provenienti dal Circolo Cacciatori ennesi, presieduto da Giuseppe Mazza , che è anche responsabile regionale dell’associazione “Regno delle due Sicilie” , dicono che il numero di associati è sceso da 1250 a 250, un calo notevole che si vuole addebitare alla crescita dei costi, ma anche alle continue variazioni delle norme da parte dell’assessorato regionale all’agricoltura.
Mazza sostiene però che manca l’unione tra i cacciatori. “Non siano una categoria unita – dichiara Giuseppe Mazza – perché non facciamo altra di farci la guerra tra di noi, una guerra tra poveri ed in queste condizioni continuiamo a perdere prerogative”. Questa mattina un gruppo di cacciatori ennese si recherà a Messina , dove, alle 10, molti andranno a protestare all’imbarco della Caronte , ritenuta la sede ideale per una manifestazione regionale di protesta contro la mancata approvazione del piano faunistico, i ritardi ad approvare il calendario venatorio e la paventata riforma, che potrebbe ridurre di un quinto , attraverso l’istituzione delle cosiddette “Zone di protezione speciale”, le aree disponibili in Sicilia per l’attività venatoria”. Di questo passo parecchie licenze non saranno rinnovate e molte armerie chiuderanno la loro attività con riflessi economici negativi.
Quest’anno l’apertura della caccia è prevista per sabato 3 settembre. La data non è ufficiale, sarà la Gazzetta ufficiale della Regione del 26 agosto a dire quando si incomincerà visto che pubblicherà il calendario venatorio. “Attualmente – spiega ancora Mazza – si sta procedendo al rinnovo del tesserino venatorio, i cacciatori pagano la tassa dovuta e poi ritira il tesserino al Comune. Ma sono molti i cacciatori che stanno rinunciando all’attività venatoria perché si sentono presi in giro a causa delle continue modifiche”.
“In alcuni campi gli agricoltori subiscono danni per la presenza di molti conigli , che si riproducono con grande velocità – sostiene Totò M. Francesco P., cacciatore ennese – per cui i cacciatori farebbero un favore all’agricoltore in quanto eliminerebbero molti conigli che sono abbastanza distruttivi e poi l’attività venatoria porta un utile alla Regione che si aggira intorno agli 11 milioni di euro”.