(EX) PROVINCIA ENNA. Piazza Armerina assapora il dolce nettare della vendetta, il riscatto di tanti torti subiti, di tante angherie mai digerite

Giustizia è fatta! Dopo 72 anni di soprusi ed angherie la Provincia di Enna capitola e viene cancellata dal novero delle provincie.

Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri nell’ambito della manovra economica “salva-Italia”.

A fare compagnia alla declassata Enna altre 36 provincie sparse per l’Italia.
n.d.r.: Con quello che viene già chiamato il “comma Sondrio” – quel codicillo introdotto per salvare il territorio del ministro Tremonti. Poi è arrivata la precisazione: tranne quelle più grandi di tremila chilometri quadrati. Ed ecco sfilarsi Oristano e Sondrio e poi Olbia-Tempio Pausania e Matera e Siena e Grosseto e Nuoro e Belluno. E siamo già a 29. Il berlusconiano governatore del Friuli-Venezia Giulia Renzo Tondo, ricordando che la competenza su queste faccende, a casa sua, non è di Roma e dunque le Province di Trieste e Gorizia non saranno abolite, ma semmai accorpate. E da 29 scendiamo a 27. Ed ecco arrivare da Cagliari un’agenzia, chiaramente ispirata ai vertici regionali, che ricorda come “tutte le Province della Sardegna potrebbero sopravvivere alla soppressione» (e così i comuni sotto i 1.000 abitanti) perché l’articolo 3 dello statuto speciale, testo di rango costituzionale mentre il decreto delineato dal Consiglio dei ministri avrà valore di legge ordinaria, attribuisce alla Regione potestà legislativa in materia di ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni, seppure in armonia con la Costituzione”. E siamo già scesi a 22.

Anche Enna dunque conoscerà presto l’umiliazione del declassamento, dello scippo, del ridimensionamento e della razzia. È facile prevedere che l’apparato della provincia verrà smantellato e i privilegi di Enna provincia saranno cancellati. Probabilmente oltre al Palazzo della Provincia salteranno la Prefettura, la Questura, e tutti quegli enti la cui esistenza hanno motivo di essere in una città provincia.

Piazza Armerina potrà così assaporare il dolce nettare della vendetta, il riscatto di tanti torti subiti, di tante angherie mai digerite. Fin da quel lontano 1929, quando una inspiegabile decisione del governo Mussolini preferì una retrograda Enna ad una fiorente Piazza Armerina per provincia. Negli anni si sono costruite congetture, si è parlato di tradimenti, di congiure, di ritorsioni. E Piazza Armerina si è indebolita sempre di più nei confronti di Enna provincia, perdendo prestigio e pezzi importanti. Soggiogata ed umiliata dal potere forte che Enna è riuscita negli anni a creare e relegata ad un ruolo sempre più secondario e marginale. Naturalmente una fetta grossa di responsabilità va data ai piazzesi, popolo debole ed incline al servilismo. L’atteggiamento del popolo di Piazza Armerina ha consentito ad Enna di assumere un ruolo schiacciante di potere e di dominio. Basti pensare che mai (almeno negli ultimi decenni) Piazza Armerina ha avuto la capacità di incidere nella politica espressa da questa provincia: solo in virtù di ricorsi o di incredibili botte di… fortuna un piazzese è riuscito a varcare la soglia del Palazzo dei Normanni a Palermo e mai nessuno è riuscito ad arrivare a Roma. A dir la verità Piazza Armerina non è riuscita ad esprimere nemmeno un consigliere provinciale nel corso dell’ultima tornata elettorale.

Quindi un popolo votato alla sottomissione quello piazzese, privato di ogni forma di dignità e guidato da gente pronta a vendersi al potente di turno per un nonnulla. Persa la dignità di popolo a discapito di una classe politica forte, potente, spregiudicata ed astuta che, comprendendo la natura del piazzese, ha sempre agito insinuando conflitti interni, divisioni, frammentazioni. Praticamente l’attualizzazione del motto Dividi et impera! E se qualche personaggio dalla forte personalità e dall’orgoglio di appartenenza si è affacciato negli anni nel panorama politico piazzese dando segnali di autonomia rispetto alle logiche dettate dal “Colle”, si è mossa puntuale l’armata per distruggerlo e ridimensionarlo. Naturalmente con la complicità del tradimento ad opera dei piazzesi.

Ma adesso l’amaro calice del degrado e del ridimensionamento è servito anche ai politici ennesi. La speranza è che Piazza Armerina acquisti la capacità di rifiorire e di risultare più determinante all’interno della nuova provincia. Una nuova pagina di storia si scrive: ai piazzesi la scelta di esserne soltanto lettori o di adoperarsi attivamente nella stesura dell’opera. Il Presidente della Provincia Monaco, con un intuito profetico, aveva scelto come slogan durante la campagna elettorale “La svolta”. Finalmente la svolta c’è stata. Finisce la Provincia di Enna e con essa speriamo che finisca anche il giogo al quale Piazza Armerina è stata costretta.


Mauro Farina – Orizzonti (quotidiano on line di Piazza Armerina)


n.d.r.: Diverse le e-mail ricevute e telefonate in questo assolato ferragosto, che dà alla testa e gioca brutti scherzi, per quanto sopra riportato, in un momento non certo felice per tutta la provincia ennese. Vogliamo mantenere lo spirito allegorico/ancestrale dell’amico Mauro Farina, che ha scritto il pensiero della gente della città dei mosaici, ma una comunicazione tra le tante la vogliamo riportare (in quanto, nello spirito campanilistico, simpatica): “per fortuna che all’ospedale Chiello di Piazza Armerina hanno chiuso il reparto di ostetricia-ginecologia! Così non nascono più piazzesi”.


news correlata:
Da Piazza Armerina: Quei ottimisti che già stappano bottiglie di spumante, potrebbero trovare aceto nei loro bicchieri