Monaco, Crisafulli, Galvagno e Garofalo su cancellazione della provincia di Enna
Enna-Provincia - 14/08/2011
Enna. “Scelta iniqua e poco produttiva nella sostanza quella del Governo nazionale nell’eliminare alcune province, perché il ritorno in termini economici sarà molto relativo. E poi per quanto riguarda le province siciliane, in questo caso Enna e Caltanissetta, dovrà essere il Governo e l’assemblea regionale ad adottare un provvedimento che sarebbe penalizzante per il nostro territorio. E poi non si può eliminare una provincia solo tenendo conto del numero degli abitanti, ma bisognerà considerare anche la vastità del territorio ed in questo campo Enna si trova al quinto posto in Sicilia”.
Sono state queste le prime dichiarazioni fatte dal presidente della Provincia regionale, Pippo Monaco, che contesta a muso duro la decisione circa la possibile soppressione della provincia di Enna, dopo 85 anni dalla sua costituzione (6 dicembre del 1926 per decisione di Benito Mussolini) ed ovviamente tutto l’apparato politico-amministrativo cercherà con ogni mezzo di evitare questa catastrofe perché per Enna ed il suo territorio sarebbe un danno incalcolabile. Per Enna non più provincia significherebbe perdere la Prefettura, la Questura, il comando provinciale dei carabinieri e della Finanza, le sedi provinciali di Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Ufficio del catasto, che diventerebbero soltanto sedi periferiche con l’emigrazione in altri capoluoghi del personale impiegato, quindi la perdita di centinaia di posti di lavoro.
“I guadagni in termini concreti sarebbero veramente minimi – prosegue il presidente Monaco, che, in questo periodo, si trova fuori sede, a Giardini, per un breve periodo di riposo – Se proprio vogliono fare un provvedimento che lo facciano radicale con la soppressione di tutte le province e la nascita di consorzi di comuni che dovrebbero avere una gestione razionale e coordinata, in caso contrario gli effetti, dal punto di vista economico sarebbe veramente irrilevante. Sono,comunque, decisioni che vanno meditate e che abbiano soprattutto una valutazione economica ben precisa. Capisco che è il momento è difficile, che la situazione economica è grave, ma per prendere questi provvedimenti di una certa importanza è necessario che vi siano delle valutazioni ben precise, che i riscontri debbano essere notevolmente positivi perché si potrebbe provocare un’autentica rivoluzione, senza poi ottenere effetti economici notevoli. Non si può cambiare dall’oggi al domani la realtà di un territorio senza fare delle valutazioni che siano anche di cultura, ambiente, la storia, la sua economia, il suo potenziale sviluppo ed in questo la provincia di Enna è tra le prime in Sicilia.Insomma non sarà facile riuscire ad ottenere “il taglio della provincia di Enna”, così come lo sarà di quello di Caltanissetta perché tutti lotteranno al massimo per cercare di difendere un patrimonio che ha delle specificità e che appartiene alla collettività”.
La dichiarazione del Sen. Crisafulli sulla soppressione della provincia di Enna: “Appena alcune settimane fa, il PD ha bocciato in Parlamento una proposta che prevedeva la pura e semplice soppressione delle province. La nostra posizione non cambia: siamo anche in Sicilia per una rimodulazione degli organi di governo delle province, che faccia risparmiare sui costi senza lasciare i territori privi dell’indispensabile coordinamento di livello intermedio, tra i comuni e la regione. Non ha importanza come debbano chiamarsi questi coordinamenti: lo Statuto della Regione siciliana prevede che si formino liberi consorzi di comuni, la legge regionale ha previsto che temporaneamente i consorzi coincidessero con le preesistenti province ed ha istituito le aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che sono un doppione delle province. E’ da questi dati che bisogna partire per un’intesa seria e responsabile all’interno del Parlamento siciliano e per un confronto serrato tra i governi nazionale e regionale. Nel merito del decreto governativo che vuole sopprimere due Province in Sicilia, e nello specifico la Provincia di Enna, voglio ricordare – non senza evidenziare che sul punto il provvedimento del governo nazionale è incostituzionale se adottato senza la presenza del presidente della Regione – che in questi ultimi anni, e da almeno due decenni, io e tanti altri insieme a me abbiamo lavorato intensamente per dare a questa terra un’autorevolezza, un prestigio ed un’identità forti, attraverso realizzazioni di valore storico che l’hanno caratterizzata come punto di riferimento dell’intera Sicilia e che sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno pensi di potersi appropriare di questo patrimonio e di cancellare tutto quello che è stato fatto, e tutto quello su cui stiamo lavorando, prendendo a pretesto (perché di pretesto si tratta) la crisi finanziaria mondiale. Gli attuali amministratori della Provincia diano un segno di esistenza in vita, si facciano sentire e si mobilitino, esercitando il ruolo di rappresentanza istituzionale che gli è proprio: non crederanno anch’essi che, anche lasciando le cose come stanno, si risana il debito pubblico italiano con qualche centinaio di migliaia di euro di risparmio all’anno e sopprimendo realtà come Enna, come Siena, come Trieste. In uno a tutte le rappresentanze istituzionali del nostro territorio, scenderemo in campo con forza per scongiurare questo taglio indiscriminato e per garantire la sopravvivenza civile, politica ed economica della nostra realtà provinciale”.
La manovra economica del governo Berlusconi penalizza fortemente la Sicilia, con tagli pesantissimi che avranno come unico effetto la riduzione dei servizi ai cittadini, rendendo ancora più difficile il rilancio economico dell’isola”. Così Elio Galvagno, deputato regionale del Pd, interviene sul decreto che prevede, tra l’altro, l’abolizione delle province con meno di trecentomila abitanti, e tra queste Caltanissetta ed Enna. “Così come concepito – dice l’on. Galvagno – il taglio delle province è totalmente senza senso, perche’ risparmia meno di quanto potrebbe, senza avere neppure contezza di quale sarà il risparmio effettivo che si andrà ad ottenere, ma, soprattutto, e’ iniquo, perché fa pagare alle comunità più piccole e depresse un utile che andrà a vantaggio delle altre.
Senza contare – continua il deputato del Pd – che con quello che già viene chiamato il “comma Sondrio”, la riduzione passerebbe da 36 a 29 perché, per salvaguardare le province del Nord, il Governo ha pensato bene di fare un autentico gioco di prestigio, inserendo nel testo anche l’estensione territoriale. E così le Province del Nord, penso a Belluno, Grosseto e Sondrio, che hanno una popolazione pressoché identica a quella di Enna, si salverebbero dei tagli. Oltretutto si interviene su materie che sono di competenza della Regione e per questo il Parlamento siciliano deve intervenire con urgenza, partendo da una seria riforma elettorale, delle competenze, del finanziamento delle province siciliane, che sia in grado di ripensare e riorganizzare complessivamente il sistema “Enti locali”, tenendo conto delle realtà territoriali, della loro ubicazione, della loro vita amministrativa, delle loro reali esigenze che sono, al contrario, totalmente mortificate dai tagli effettuati dal Governo Berlusconi.
Si tratta di un dibattito aperto in Sicilia da molto tempo – prosegue l’on. Galvagno – e ora è necessario affrontarlo fino in fondo, non lasciandosi però intrappolare dall’ansia da “primi della classe”e lavorando ad una riforma seria della quale poi non dovremo pentirci (come più volte già successo per altri settori), che parta dall’art.15 dello Statuto, dalla Legge regionale n.9 del 1986 e dai servizi comuni che vanno assicurati ai cittadini, come l’ acqua e il ciclo completo dei rifiuti urbani, con gli occhi puntati alle Camere di Commercio, ai Consorzi di Sviluppo Industriale e agli Istituti Autonomi Case Popolari”.
D’altra parte la creazione delle “Province Regionali”, volute dal legislatore nel 1986, aveva fatto sperare in un vero decentramento di funzioni e di risorse, che non si è mai pienamente attuato.
“Basti pensare, ad esempio, all’attribuzione alle province delle funzioni in materia di formazione professionale, di trasporti pubblici, di lavoro, che è stata, nei fatti, penalizzata da un accentramento mostruoso di poteri, funzioni e risorse da parte della Regione Sicilia. Adesso – conclude l’on. Galvagno – serve un’inversione di tendenza, sapendo, lo dico con chiarezza, che bisogna avere anche il coraggio e l’onestà intellettuale di dire, nel cuore di una crisi gravissima, che non abbiamo cosa farcene di Province che spendono oltre il 50% delle risorse per il solo personale, che nominano Direttori Generali sulla cui utilità ci sarebbe molto da discutere, e dove, nei fatti, la parola “investimenti” resta scritta sulla carta, senza alcun effetto positivo sullo sviluppo delle comunità locali”.
Il Sindaco di Enna, Paolo Garofalo, scende in campo contro la decisione di cancellare la Provincia di Enna e propone la convocazione degli stati generali della provincia per dar vita ad un movimento di opposizione a questa decisione.
“Premesso che – spiega il Sindaco Garofalo – appare veramente assurdo rispondere ad una crisi economica di tale portata con misure che porterebbero a risparmi inferiori al milione di euro annui, non è certamente decretando la morte di un territorio come quello ennese che si risollevano le sorti economiche dell’Italia”. “L’accorpamento delle province di Enna e Caltanissetta – aggiunge il primo cittadino – porterebbe, infatti, alla soppressione di decine di sedi istituzionali ed uffici pubblici, ottenendo il risultato di condannare la nostra realtà ad un triste ed inevitabile declino economico, morale e culturale. Insomma tutto ciò contro cui abbiamo combattuto in questi anni, difendendo il nostro territorio con le unghie e con i denti, viene vanificato in un sol colpo dalla “fanta-economia” di Tremonti e Berlusconi”. “Non intendiamo assistere alla morte della nostra realtà territoriale senza difenderci. Per questo ho già contattato alcuni colleghi sindaci e altri ne contatterò nelle prossime ore, per giungere alla convocazione, nei primi giorni del mese di settembre, degli Stati generali della provincia di Enna. Una riunione che dovrà vedere riuniti tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni a tutti i livelli, nonché dell’intera deputazione regionale e nazionale, senza dimenticare il Presidente della provincia, per dar vita ad un movimento civile di difesa del territorio e della nostra stessa identità”.