EVEN3 in concerto a palazzo Steri di Palermo

“Below sea level”, sotto il livello del mare. Questo il titolo della prima pubblicazione del gruppo palermitano-ennese Even3. Il trio jazz è formato da Aki Spadaro (pianoforte), Gabrio Bevilacqua (contrabbasso), Emanuele Primavera (batteria), uniti da sensibilità musicale affine, veicolata dal comune maestro Salvatore Bonafede, e dalla volontà di risalire in superficie (per ricollegarci al titolo del disco), e di restituire, con il loro groove, vita, colore e musica, appunto, all’addormentata, sbiadita e sorda Sicilia.
Lo hanno fatto esibendosi nella loro terra, ma anche portando il calore e la vitalità della Sicilia nel resto di Italia (Piacenza, in particolare, dove il trio ha partecipato e vinto il premio del pubblico al concorso “Chicco Bettinardi”, evento ritenuto il più importante palcoscenico per i gruppi jazz italiani under 35) e in Olanda dove vive e studia Spadaro, il più giovane del trio, nonché anima melodica di questo; laddove le distanze geografiche potrebbero apparentemente impedire la continuità del progetto, al contrario questo si arricchisce di nuove informazioni e nuove vibrazioni.

Oltre che dalla complicità musicale e umana, il progetto è rinforzato dalla scelta dei brani e dagli arrangiamenti del pianista: standard, canzoni della tradizione siciliana, evergreen del repertorio pop dai Beach Boys a Joni Mitchell, nonché da brani di propria composizione.

Non è facile, al giorno d’oggi, avere fiducia nei progetti musicali di Jazz strumentale; il mercato è quasi inesistente e gli spazi per esibirsi sono spesso insufficienti. Ciò nonostante i tre musicisti, tenacemente aggrappati alla loro passione e al loro desiderio di esprimersi, superano anche le distanze geografiche e continuano a produrre nuova musica che attende solo di essere ascoltata.

Il pubblico palermitano avrà la possibilità ancora una volta di ascoltare il trio nel corso della manifestazione “Univercittà in Festival” nell’atrio di Palazzo Steri la sera del 19 Agosto, dove sarà possibile acquistare il loro disco di esordio “Below Sea Level”.



Quando si parla di “jazz” non possiamo fare a meno di pensare al suono della tromba di Louis Armstrong che ci catapulta nella “blackAmerica”degli anni trenta, ma non tutti sanno che il suo batterista Tony Sbarbato era un palermitano immigrato a New Orleans.

C’è un sottile filo rosso, dunque, che lega la nostra isola alla lontana America degli schiavi, un “filo” che si chiama “jazz” che per i musicisti siciliani “Even 3” è una passione sanguigna che li rende unici nel loro genere. Un trio composto dai palermitani Aki Spadaro al piano e Gabrio Bevilacqua al basso e l’ennese Emanuele Primavera alla batteria. Tre jazzisti dal sound particolare, che rievoca i “rumori” di una Sicilia legata alle tradizioni, con uno stile “europeo” che toglie spazio allo “swing”. Un trio che nasce al conservatorio “Antonio Scontrino” di Trapani, circa cinque anni fa, sotto la spinta lungimirante del docente e musicista Salvatore Bonafede, e si consacra al mondo del jazz lo scorso inverno con la partecipazione alla settima edizione del “Piacenza jazz fest”, dove si sono esibiti con uno dei loro pezzi “cult”, scritto dal poeta Giovanni Formisano, “E vui durmiti ancora”. Un successo che “parte dal basso” con l’importante premio del pubblico e della critica, che qualche mese dopo si trasforma in occasione per incidere il disco di esordio dal titolo “Below sea level”, registrato nella casa discografica di Udine “Arte e suono”. Aki, Emanuele e Gabrio, si vedono poco e vivono in diverse città, ma ogni
volta che con i loro strumenti si incontrano creano una potente sinergia che riesce a divertire il pubblico. “Il jazz è intrattenimento – afferma Aki – per questo motivo durante le nostre esibizioni cerchiamo di fare divertire il pubblico, non amiamo le mere esibizioni che non lasciano nulla, le persone devono interagire con noi, anche solo muovendo un piede a tempo di musica”. Il loro “jazz” è “sopra le righe”; infatti, oltre ai pezzi inediti e i classici del repertorio internazionale, spesso arrangiano musiche di Sting, o dei Radiohead. Aki ha solo ventiquattro anni, attualmente sta studiando per diplomarsi al conservatorio di Amsterdam, suona il pianoforte da quando era bambino ed esegue i pezzi con la distrazione del genio impreciso ma che riesce a rendere il suo suono estremamente trascinante. È lui che durante i concerti parla con il pubblico. Emanuele, invece, ha trent’anni e spesso suona in collaborazioni con importanti musicisti italiani. Porta la sua batteria in giro per la Sicilia dove si esibisce, anche da solo, nei locali jazz. Gabrio ha trentacinque anni e lui e il suo contrabbasso sono inseparabili. “Quando suoniamo non andiamo alla ricerca della tecnica eccellente – afferma Aki – spesso è proprio l’improvvisazione che rende piacevole e brioso lo spettacolo. Ci basiamo molto sull’istinto e la complicità, rende le cose più semplici”. Per gli “Even tre” il jazz è molto più che musica. ” Non so spiegarlo – afferma Emanuele – è passione, storia, vita”.

Martina Nigrelli
– mag magazine agosto/settembre 2011